Nuovo fronte nei Cinque Stelle Grillo avverte: attenti ai falsi amici

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MILANO — Una scomunica. O quasi. Beppe Grillo prende le distanze dal Fatto Quotidiano , giornale che spesso ha sostenuto le battaglie dei Cinque Stelle, condividendo sul suo blog un post (a firma dell’attivista Ernesto Tinazzi) in cui si attacca la testata diretta da Antonio Padellaro, bollata come covo di «falsi amici». «Possente campagna sul Fatto Quotidiano , che ha sostituito l’Unità come organo del Pd (menoelle, ndr), ricca di battute e insulti contro Beppe Grillo (nuovo leghista…) e parte della rete M5S che non si prostra alle gonnelle piddine e all’ipocrisia del momento sul tema immigrazione», si legge nel post.
Un affondo contro il quotidiano che proprio ieri mattina ha pubblicato un editoriale di Marco Travaglio sulla vicenda immigrazione molto critico verso Grillo e Casaleggio. «Sulla clandestinità i due capi dei Cinque Stelle hanno perso un’occasione per tacere», scrive Travaglio. I due, accusa il vicedirettore, «denotano una profonda disinformazione in materia». Una posizione netta, che fa il paio con un altro articolo, sempre sul Fatto , a firma di Andrea Scanzi e dal titolo più che esplicativo «M5S, il post disastroso di Grillo & Casaleggio», in cui si afferma che quest’ultimo si candidò in Forza Italia e che «in tema di immigrazione e clandestinità i due hanno idee minoritarie rispetto ai “loro” parlamentari e al “loro” elettorato». Anche in questo caso arriva la replica, con una precisazione dello stratega dei Cinque Stelle: «Non mi sono mai candidato in Forza Italia. Andrea Scanzi dice il falso».
Non è la prima volta che il blog mette alla berlina chi prima ha condiviso progetti e battaglie e poi ha criticato i leader o il Movimento. Una riprova sono i casi di Milena Gabanelli, vincitrice delle Quirinarie e destinataria di un mini post critico a maggio dopo un’inchiesta sul M5S, o quello di Stefano Rodotà, proposto in un primo momento per la corsa al Colle e, dopo un’intervista al Corriere in cui sosteneva che «non bastano più le indicazioni di Grillo e Casaleggio», etichettato come «ottuagenario miracolato dalla Rete». Ora le voci in dissonanza con quanto accaduto nell’ultima settimana stanno crescendo per volume e peso. Anche un’altra icona pentastellata, Dario Fo, ha rimproverato — per ora senza conseguenze — il capo politico sul caso clandestini.
«Tutto quello che è successo nel Movimento — pone l’accento Travaglio — dimostra che ci sono persone che ragionano con la loro testa, lavorano e portano avanti ciò in cui credono». E sull’affondo del blog nei confronti del suo giornale replica: «Per me il post è una medaglia. Noi siamo amici delle nostre idee, quando qualcuno viene nella nostra direzione lo sosteniamo, altrimenti lo critichiamo».
Ma stavolta la presa di distanza dal Fatto ha provocato malumore tra gli attivisti. E non solo. In attesa del vertice con i due leader che probabilmente si terrà martedì, si smarca anche qualche parlamentare È il caso del deputato Christian Iannuzzi, che scrive su Facebook: «Una informazione libera (…) è garanzia per la politica e per i cittadini». La tensione nel gruppo rimane alta. Il «dissidente» Francesco Campanella invita Grillo a «lasciar andare» il Movimento. Il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, parlando della frattura sull’emendamento relativo alla clandestinità, afferma: «Se il blog dice una cosa non dobbiamo percepirla come un diktat, è un’opinione».
Emanuele Buzzi


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