Nuove norme Ue sulla protezione dei dati multe aumentate fino a 100 milioni di euro

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BRUXELLES — Mentre la Francia è scossa dalle ennesime rivelazioni sulle attività di spionaggio americano a danno dei suoi cittadini, il Parlamento europeo ha dato ieri un primo sì alla nuova normativa sulla protezione dati proposta dalla Commissione europea, rendendo ancora più pesanti le sanzioni per chi rivelasse informazioni personali sui cittadini dell’Unione.
«C’è un nesso tra le due cose — spiega la portavoce della commissaria alla Giustizia e alle libertà civili — perché l’Unione europea non ha competenze dirette in materia di attività dei servizi segreti, e di tutela delle sovranità nazionali. Ma può invece intervenire sulla protezione dati. E molto spesso sono proprio le informazioni personali riguardanti cittadini della Ue, custodite sul “cloud” o su server basati al di fuori del territorio europeo, che vengono consegnate alle autorità di altri Paesi». Della questione si occuperà anche il vertice europeo dei capi di governo che si riunisce a Bruxelles giovedì e venerdì prossimi, dove il presidente francese Hollande intende insistere sulla necessità che l’Unione si doti di una forte struttura per la protezione dati.
Il problema è noto e discusso da tempo. Molti server di società che immagazzinano informazioni sugli utenti europei sono basati negli Stati Uniti. Ma, secondo la legislazione americana, le autorità federali possono, per motivi riguardanti l’interesse o la sicurezza nazionale, esigere che questi dati in mano a società private vengano consegnati alle agenzie
del governo Usa. Anche se già l’attuale normativa europea si oppone all’utilizzo dei dati dei suoi cittadini, le società americane finora non hanno avuto esitazioni ad ottemperare alla legge Usa.
La nuova normativa europea proposta dalla Commissione intende aumentare di molto le sanzioni che Bruxelles potrà comminare a società, anche americane, che non tutelino i dati dei cittadini europei in loro possesso. Si passa da un massimo di 600mila euro a un prelievo che, secondo la Commissione, potrà arrivare fino al 2 per cento del fatturato della società interessata. Ieri il Parlamento ha ulteriormente inasprito le ammende portandole fino a un massimo di 100 milioni di euro o al 5 per cento del fatturato annuo. La questione sarà discussa anche nel quadro del negoziato in corso con gli Stati Uniti per la creazione di una zona di libero scambio Ue-Usa.
Le vere e proprie attività di spionaggio diretto, come quelle della National Security Agency americana denunciate da Snowden, non rientrano invece nella sfera di competenza comunitaria. E su questo la Commissione, che ha pure appreso di aver avuto microspie nei suoi uffici di rappresentanza a Washington, in realtà non ha alcun potere per intervenire.


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