Nel Pdl si tratta, alt ai gruppi autonomi

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ROMA — La tragedia di Lampedusa ha imposto una pausa di riflessione all’interno del Pdl-Forza Italia. «L’incontro tra Silvio Berlusconi e Angelino Alfano è stato cordiale e anche affettuoso. Però, ognuno è rimasto sulle sue posizioni. Noi abbiamo avanzato le nostre richieste e Berlusconi ci ha risposto che ci avrebbe pensato», rivela uno degli esponenti dell’inner circle del giovane segretario. Il momento è molto delicato, e come fa notare un deputato, «si vuole evitare di spaccare il partito. Chi ha vinto non ha alcuna intenzione di stravincere». Il linguaggio è forbito ma vuole dire che si è aperta la battaglia per conquistare la stanza dei bottoni.
Ieri, nelle due ore di faccia a faccia tra Berlusconi e Alfano, quest’ultimo gli ha detto di volere restare all’interno del Pdl e affermato che le posizioni del gruppo attorno a Verdini-Bondi-Santanchè sono «incompatibili» con la linea che ha prevalso: portano all’isolamento politico suo e del partito. Alfano avrebbe, pertanto, richiesto l’azzeramento di tutte le cariche operative: dai coordinatori nazionali, al tesoriere sino al capogruppo della Camera. A questo punto, la discussione si è arenata. Ma, di comune accordo Berlusconi e Alfano hanno convenuto di aggiornarla ai prossimi giorni. «C’è solo qualche contrasto, ora il partito ha finalmente una personalità»,minimizza Berlusconi. «Noi non arretriamo di un millimetro, avverte un ministro che parla con la garanzia dell’anonimato —, non possiamo abdicare, del resto ce lo chiedono le centinaia di esponenti di base che ci invitano ad andare avanti». Gli alfaniani vogliono garanzie sul tipo di rapporti che devono intercorrere tra governo e partito, rapporti che auspicano siano improntati a leale collaborazione. E per dare un segnale della volontà di trovare un’intesa è stato deciso di congelare, per il momento, la formazione di gruppi autonomi. «Lo abbiamo fatto perché abbiamo trovato un Berlusconi dialogante», è la spiegazione che fornisce Roberto Formigoni, il primo a lanciare l’idea mercoledì in Senato, seguito poi alla Camera da Fabrizio Cicchitto.
Non solo. Una conferenza stampa dei cinque ministri convocata in mattinata a Palazzo Chigi è stata cancellata. «Di fronte ai moltissimi morti a Lampedusa secondo me si ha il dovere di sospendere tutte le attività politiche correnti, comprese le assemblee di gruppo», sostiene Cicchitto. Lo stesso Cicchitto afferma, però, «di non avere ancora deciso se aderire o meno a Forza Italia o se invece rimanere nel Pdl con segretario Alfano se la sua vita interna sarà o meno fondata sulla democrazia, quale sarà il suo gruppo dirigente o come esso sarà nominato».
Tuttavia, dopo la sconfessione da parte di Berlusconi, la componente che fa capo a Bondi-Santanchè-Verdini è passata al contrattacco, raccogliendo le firme (sarebbero un centinaio) su un documento a sostegno del Cavaliere e contro Alfano, poi consegnato all’ex premier. «Spero ci sia ancora lo spazio per un superamento delle divisioni nel partito e una unità intorno al presidente Berlusconi», dice Bondi. E stare uniti è mossa obbligata perché i sondaggi che tutti conoscono rivelano che un gruppo con solo Berlusconi, adesso, non arriverebbe a superare il 16 %, uno guidato da Alfano si fermerebbe attorno 7-10%. Assieme, invece, potrebbero agguantare forse il 24-25%.
Lorenzo Fuccaro


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