Nel Mediterraneo duemila le vittime solo nel 2012

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Un giro d’affari imponente. Un traffico che rende più di quello delle armi e della droga: il traffico di esseri umani. A dar conto di un crimine senza fine, sono i dati. Agghiaccianti. Numeri impressionanti, dietro i quali vi sono storie di una sofferenza indicibile, di una umanità sofferente in fuga da guerre, pulizie etniche, stupri di massa. Una fuga verso al libertà che per molti, troppi, è finita tragicamente. In fondo al mare. Il mare della morte: il Mediterraneo. Una tragedia infinita. Negli ultimi 20 anni, infatti, il mar Mediterraneo è stato la tomba di oltre 20mila persone.
TRAGEDIA INFINITA
Stando alle parole degli esperti, attualmente si muore molto di più sulla rotta libica che su quella tunisina: le due tratte della speranza, per uomini, giovani, donne e bambini che scappano da guerre e fame in Africa. Ma, ovviamente, le statistiche dei morti e dei dispersi possono essere del tutto orientative. Oltre 2mila vittime del mare sono state contate solo nel 2012. In più, da diversi anni, nella maggior parte dei casi, i criminali che organizzano le spedizioni di migranti non mettono più i loro uomini al timone, ma la guida delle barche è affidata a caso a uno dei passeggeri, anche se non hanno mai guidato un «vascello». «Fa rabbrividire il pensiero che si sarebbero potute impedire molte di queste morti», rimarca Judith Sunderland, ricercatrice esperta di Europa occidentale a Human Rights Watch. «Occorre che l’imperativo in mare diventi salvare vite umane e non schivare responsabilità».
Riflette Mons. Giancarlo Perego, direttore Generale di Migrantes: «La situazione dei rifugiati in Italia, già difficile per il nostro Paese, che comunque ha una rete di accoglienza, diventa drammatica nei Paesi segnati dalla guerra o per i Paesi confinanti: penso in particolare alla Siria e al Libano, alla Giordania o ai campi del Nord-Centro Africa o della Somalia ed Eritrea. Ogni anno cresce il numero di rifugiati e richiedenti asilo e cresce anche la consapevolezza di nuovi e allargati strumenti di protezione internazionale che sappiano rispondere a una situazione sempre più complessa. Misure di sola repressione e reclusione o solo emergenziali, soprattutto nel contesto europeo dove oltre 330.000 persone nel 2012 sono rifugiate, non bastano. Misure solo attente alle persone e non alle famiglie risultano insufficienti e inefficaci. Misure che creano un continuo spostamento delle persone da un Paese all’altro facendo aumentare il disagio sociale». Si stima che nel 2011 circa il 90% di tutti i richiedenti asilo nell’Unione europea siano entrati irregolarmente. Inoltre, la maggior parte delle persone che cercano di raggiungere l’Europa sono generalmente soggette a gravi violazioni dei diritti umani nel loro viaggio e in particolare nei Paesi di transito e in alto mare. I migranti sono spesso intercettati e respinti in mare, senza avere la possibilità in molte occasioni di chiedere asilo nell’Ue, con il concreto rischio che i diritti umani dei rifugiati e il principio di «non refoulement» venga violato. «Il mare Mediterraneo, nel corso degli ultimi venticinque anni, ha inghiottito migliaia di cadaveri: uomini, donne e bambini che, partendo dalle coste africane, cercavano un’opportunità di vita nel nostro continente. Queste le cifre crudeli, stimate per difetto, sulla base di dati parziali e di fonti internazionali, da A Buon diritto Onlus – di un’autentica strage», rilancia il senatore del Partito Democratico Luigi Manconi, presidente della Commissione speciale per la tutela dei diritti umani a Palazzo Madama.
«Il fenomeno della tratta di esseri umani sta crescendo in Italia, e i trafficanti stanno diventando sempre più audaci nello sfruttamento e nell’abuso delle loro vittime». A sostenerlo è Joy Ngozi Ezeilo, inviata speciale Onu sul problema del tratta di persone, invitando il governo italiano a potenziare gli strumenti di controllo e valutazione dell’efficacia delle misure sin qui adottate. Le autorità per esempio, spiega Joy Ngozi Ezeilo, tendono a non identificare le vittime, che siano maggiorenni o minorenni, chiedono solo dati personali di base e non forniscono informazioni sui loro diritti e le modalità per richiedere protezione. Questo impedisce loro di essere assistite, ma anche di identificare i loro sfruttatori e trafficanti. Allargando lo sguardo al dato mondiale, ogni anno, secondo le stime, circa 2 milioni di persone sono vittime del traffico sessuale, il 60% delle quali sono ragazze. Il traffico di organi umani raggiunge quasi l’1% di questa cifra, colpendo quindi circa 20.000 persone a cui, con diverse forme di inganno, vengono estratti, in maniera illegale, organi come fegato, reni, pancreas, cornea, polmone e persino il cuore, non senza la complicità di medici, infermieri e altro personale.


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