by Sergio Segio | 15 Ottobre 2013 5:36
PARIGI — È un personaggio ambiguo e intrigante, l’eroina perfetta dell’ennesimo romanzo noir su Marsiglia. Una diabolica manipolatrice per alcuni, una madonna dei poveri per altri. Samia Ghali ha vinto a sorpresa il primo turno delle primarie socialiste per la candidatura a sindaco della città. La quarantenne beurette, figlia di algerini, nata nei quartieri più diseredati, ha eliminato l’altra favorita dello scrutinio, Marie-Arlette Carlotti, ministro e fedelissima del presidente François Hollande. Una disfatta per la candidata dell’apparato che ha accusato la sua rivale di ogni male: brogli, scambi di denaro, intimidazioni, rastrellamenti nelle banlieue con minibus per portare ai seggi gli elettori più riluttanti.
«Mi attaccano perché non sono agli ordini di nessuno», ribatte Ghali che ha chiesto al partito di cacciare dal governo la poco diplomatica Carlotti. L’ennesimo psicodramma provocato dalle primarie è stato disinnescato con una soluzione di compromesso. La ministra silurata dal voto è stata convinta a non presentare ricorso mentre il premier Jean-Marc Ayrault le ha confermato fiducia nel suo ruolo di ministro con delega ai portatori di handicap. La polemica intanto è servita a Ghali per presentarsi come outsider, ruolo privilegiato rispetto a un partito e a un presidente sempre più impopolari. Con il 25,25% delle preferenze è arrivata prima in vista del ballottaggio di domenica prossima contro Patrick Menucci (20,65%), peso massimo del Ps locale.
“Samia”, come la chiamano tutti i militanti, è una tosta. Nella sua autobiografia, pubblicata a giugno, racconta l’infanzia da orfana, la violenza nei ghetti, la morte del fidanzato per overdose. Titolo del libro, La Marsigliese, citando l’inno nazionale con poca modestia. Il simbolo è sin troppo perfetto: la capitale del crimine si riscatta con una donna, la città meticcia, crocicchio di culture e popolazioni, porta finalmente al vertice una beurette.
Ovviamente, la realtà è più complessa. Ghali ha preso la tessera del partito a sedici anni, dopo aver interrotto gli studi. E da allora ha scalato il partito, protetta da uno degli uomini più controversi della gauche marsigliese, Jean-Noël Guerini, accusato in diversi scandali di corruzione.
Molti le riconoscono una capacità di mobilitazione, anche per questo è stata soprannominata la «Ségolène Royal di Marsiglia ». Ma dal punto di vista delle proposte politiche non è certo una progressista. Dovrebbe rappresentare una svolta a sinistra nello storico feudo della destra, ma la sua proposta per lottare contro la criminalità da record è mobilitare l’esercito. Samia si vede come un gendarme in gonnella, anche se poi organizza corsi di teatro e canto per i piccoli caid, delinquenti, e fa stampare manifesti con i volti di donne che vivono nei quartieri difficili: tutte “eroine” come lei, che ha cresciuto quattro figli e ce l’ha fatta.
Qualsiasi sia il risultato del ballottaggio per le primarie del Ps, la conquista della seconda città più importante di Francia è tutt’altro che scontata. Il voto locale a marzo sarà condizionato dalla forte impopolarità della gauche al governo mentre l’Ump difende con ogni mezzo la sua roccaforte: la destra regna su Marsiglia da ben diciotto anni. «Una donna non vincerà mai qui» dice l’inossidabile sindaco Jean-Claude Gaudin, candidato al quarto mandato e convinto che un po’ di virilità sia ancora necessaria per governare la riottosa metropoli di 1,6 milioni di abitanti, dove si registra un nuovo picco di omicidi nella guerra tra narcotrafficanti. «Dicevano la stessa cosa quando mi sono presentata sindaco nei quartieri più difficili», spiega Ghali, ricordando la vittoria a sorpresa nel 2008.
La Marsigliese vuole continuare a scrivere la sua favola. Ma non è sicuro che sarà a lieto fine.
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