Marina studia da candidato premier
La road map è già segnata. Marina incontrerà oggi i direttori dei giornali e delle tv del gruppo assieme al padre. I breafing con Del Debbio si sono fatti più frequenti e serrati. Le pressioni dei vertici di Forza Italia ormai insistenti. Ma dietro il grande passo della successione dinastica per salvaguardare anche in politica in brand Berlusconi, c’è soprattutto un grande patto tra sorelle destinato a spartire nella maniera più pacifica le poltrone di comando dell’impero Fininvest e Mediaset. È un grande risiko in movimento, col padre Silvio a fare da arbitro, tutt’altro che disinteressato.
Il Cavaliere dopo la resa dei conti dell’Ufficio di presidenza ha confessato a pochi fedelissimi che adesso potrebbe seriamente pensare alla soluzione interna, familiare, indicando proprio in Marina la prescelta naturale. Lui resterebbe il leader del centrodestra e di Forza Italia, ma è su di lei che cadrebbe la scelta per la candidatura alla premiership di Forza Italia, da contrapporre a Matteo Renzi nel giro di poche settimane.
Già oggi è prevista la partecipazione di Marina alla riunione che il padre tiene ogni lunedì con i direttori dei giornali e delle televisioni del gruppo. Partecipazione che a questo punto acquista altra valenza. Non fosse altro perché, racconta chi frequenta Villa San Martino, è da settimane che Marina ha utilizzato i confronti con i direttori e i giornalisti di punta del gruppo per testare la sua capacità di contraddittorio. Perché è su quel terreno che deve misurarsi una solidità politica ancora tutta da costruire e che si gioca in gran parte sulla comunicazione, come suo padre ha insegnato per vent’anni. Col conduttore tv e giornalista Paolo Del Debbio, gli incontri sono diventati settimanali, il giovedì, destinati a intensificarsi. L’ex fondatore di Forza Italia, tra i consiglieri più fidati, si presenta con slide, tiene “lezioni” di politica economica e storia della politica. È in lui che Marina confida parecchio. Oltre che sul capo della comunicazione Fininvest Franco Currò, con quale concorda ogni uscita pubblica. Poi conta su Bruno Ermolli e Ubaldo Livolsi Uno degli elementi che avrebbe convinto in queste ore il “patriarca” a optare per la soluzione familiare — come in passato aveva sempre rifiutato di fare — è la soluzione del puzzle delle aziende. Marina e Barbara hanno avuto più di un colloquio negli ultimi giorni. Non a caso. C’è un accordo tra le due alla base del possibile approdo in politica. Se e quando la primogenita accetterà l’impegno in politica, dovrà lasciare come il padre le presidenze Fininvest e Mondadori. Proprio al vertice della prima casa editrice italiana approderebbe Barbara, che già nel 2009 aveva confessato, in un’intervista a Vanity Fair, la sua predilezione: «Mi piacerebbe occuparmi di editoria». Barbara, figlia di seconde nozze con Veronica, in questo momento occupa un posto nel cda del Milan, oltre che della Fininvest. Da tempo tra lei e l’amministratore delegato Adriano Galliani è in corso sotto traccia un braccio di ferro. Il pressing nei confronti del padre per approdare proprio alla poltrona del vecchio dirigente e tifoso dei rossoneri è costante. Berlusconi finora ha resistito. E il dirottamento definitivo di Barbara a Mondadori risolverebbe una prima grana. Al cda del Milan al posto di Barbara, stando a quanto trapela dall’asse Milanello-Arcore, andrebbe a quel punto Eleonora, quarta figlia del Cavaliere che in questo momento si occupa della Fondazione Milan onlus, ente benefico fondato dalla società. È una partita a incastro. Di non facile soluzione.
Berlusconi avrebbe gradito poco in queste ore la fuga di notizie sulla figlia da schierare in prima linea. Non solo perché il nodo non è del tutto sciolto, ma anche perché il tam tam mediatico sulla svolta rischia di bruciare l’effetto sorpresa che invece al quartier generale stanno mettendo a punto per il Consiglio nazionale. Appuntamento che, sembra ormai certo, il leader e i dirigenti a lui più vicini vogliono anticipare rispetto all’8 dicembre. Addio concomitanza con le primarie Pd. I “lealisti” di Fitto ma gli stessi Verdini e Bondi e soprattutto Berlusconi in persona pensano si debba avvicinare il più possibile quella scadenza. Per impedire ad Alfano e ai ministri di organizzarsi, raccogliere quel 34 per cento di firme tra gli 800 membri del Consiglio che consentirebbe loro di porre il veto sul passaggio a Forza Italia. Ma soprattutto per anticipare l’eventuale voto di decadenza e evitare ulteriori indebolimenti sul piano giudiziario. E così, gli ultimi due fine settimana di novembre sono quelli cerchiati in rosso per l’evento. Che potrebbe fare da passerella alla nuova «discesa in campo », quella dinastica. Sempre che Marina accetti. Perché le riserve, raccontavano fino a ieri, facevano ancora capolino in famiglia.
Non mancano gli incoraggiamenti. Ma anche le provocazioni. Ieri l’avversario governativo Roberto Formigoni ha pure lanciato un sondaggio in cui, tra l’altro, si chiedeva se gli elettori vogliono davvero Forza Italia. Così formulato: «Se il Senato vota la decadenza di Berlusconi dobbiamo far cadere il governo e tentare la via delle urne con Marina Berlusconi candidata?» Umberto Bossi invita l’amico a ripensarci, scottato com’è dall’esperienza personale. «Io lascerei perdere i figli perchè uccidono: basta lui a far politica, non c’è bisogno della figlia». La ministra Nunzia De Girolamo, berlusconiana ma al governo, più cauta: «Penso che sia una donna eccellente, una imprenditrice, coraggiosa come il padre. Ma la sua disponibilità va chiesta a lei. Più volte Marina Berlusconi si è espressa negativamente rispetto a questo argomento». Tutti dentro e fuori sono in attesa.
La primogenita Marina Berlusconi, presidente Mondadori e Fininvest, è sempre più lanciata per raccogliere anche l’eredità politica del padre Silvio
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