Last minute market: ogni anno 8,7 miliardi di cibo nella spazzatura

Loading

Roma – “Ogni anno lo spreco domestico costa agli italiani 8,7 miliardi di euro: una cifra vertiginosa, che deriva dallo spreco settimanale medio di circa 213 grammi di cibo gettato – perche” considerato non piu” edibile – al costo di 7,06 euro settimanali a famiglia”. Lo fa sapere Last Minute Market, lo spin off dell”Universita” di Bologna divenuto eccellenza europea nel recupero degli sprechi alimentari. In Italia, dati Last Minute Market hanno registrato che “nel 2012 il 2,47% della produzione agricola e” rimasta in campo, l”equivalente di 12.466.034 quintali di prodotto agricolo”. Sempre nel 2012 “nell”industria agroalimentare italiana, lo spreco medio ammonta al 2,6% della produzione finale totale, che porta ad uno spreco complessivo di 2.036.430 tonnellate di prodotti alimentari”. La quantificazione degli sprechi nel settore distributivo si suddivide in due target di riferimento: i mercati all”ingrosso (centri agroalimentari e mercati ortofrutticoli) e il sistema distributivo commerciale (cash&carry, ipermercati, supermercati e piccolo dettaglio). “Nei centri agroalimentari ogni anno una percentuale di ortofrutta che varia dall”1 all”1,2% viene gestita come rifiuto- spiega la nota- in termini di peso, e” stato stimato che nel 2012 in questo settore sono stati sprecati e smaltiti come rifiuto 118.317 tonnellate di prodotti ortofrutticoli. La stima per gli sprechi alimentari originati dal canale distributivo si attesta su 270.776 tonnellate, generate dai diversi attori della distribuzione”.

I dati provengono del Rapporto 2013 sullo spreco domestico realizzato da ‘Knowledge for Expo’, il nuovo Osservatorio di SWG e Last Minute Market, con l’apporto dell’Osservatorio nazionale sugli sprechi Waste Watcher. L’indagine – per la cura scientifica del presidente di Last Minute Market Andrea Segre’ con il presidente di Swg Maurizio Pessato e l’esperto statistico di Waste Watcher Furio Camillo – si e’ concentrata sullo spreco domestico, ovvero in quel “circolo velenoso” che gravita fra il frigorifero e la pattumiera di casa, dove e’ piuttosto difficile indagare a proporre soluzioni concrete per ridurre o meglio prevenire gli sprechi domestici. Infatti “il monitoraggio incrociato fra spreco domestico e spreco nella filiera agro-alimentare (aziende agricole, industria alimentare, piccola e grande distribuzione, mercati all’ingrosso, ristorazione collettiva), condotto in questi mesi da Waste Watcher e da Last Minute Market, permette di affermare che lo spreco alimentare domestico gioca la parte del leone, contando per lo 0,5 % del Pil”.

Contestualmente, pero’, “aumenta la sensibilita’ degli italiani alla questione ambientale: il 72% degli intervistati ritiene che lo sviluppo economico e l’occupazione debbano passare dalla tutela dell’ambiente (nel 2007 la percentuale era del 57%) e solo il 28% degli italiani giudica allarmistici gli allarmi lanciati sulla questione ambientale (si trattava del 35% nel 2007). L’81% degli intervistati valuta che il singolo individuo sia in grado – con le sue azioni quotidiane – di contribuire alla salvaguardia dell’ambiente e della natura, ma solo il 18% ritiene che le persone si impegnino veramente per tutelare l’ambiente e la natura. (DIRE)

© Copyright Redattore Sociale


Related Articles

Pil a zero, il governo è fermo

Loading

Crisi. L’Istat conferma la crescita zero nel secondo trimestre del 2016 e ritocca a +0,8% il dato annuo. Male l’industria, i servizi insufficienti. Il governo smart si ritrova in una palude

Produzione industriale a picco Ma Con­fin­du­stria vede rosa

Loading

Dati e Previsioni. L’Istat torna a fare il gufo. Ma 5 ore dopo è coperta dal centro studi di Squinzi

Jobs Act, la riforma funziona solo quando lo decide Renzi

Loading

Sulla riforma del lavoro continua il grande imbroglio dei numeri. L’opacità dei dati sull’occupazione è un’emergenza democratica

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment