Larghe intese, attacca anche Cuperlo
ROMA — Quel che pensa di Matteo Renzi, Gianni Cuperlo lo dice con l’aneddoto dei due registi: «Io apprezzo i film del mio giovane collega, dice il più anziano, ma non riesco a vederli perché c’è sempre lui davanti…». Un modo per dire che il candidato ex ds alle primarie del Pd non ha capito quale modello di partito abbia in mente il sindaco, al quale però riconosce coraggio e popolarità. Il suo limite è di essere troppo «protagonista» e di non cogliere l’occasione del congresso per raccontare la sua idea di Paese. Tre giorni di kermesse alla Leopolda non sono bastati? Per Cuperlo no, il messaggio di Renzi gli sfugge.
La sfida per il Nazareno è iniziata. Renzi è largamente in testa, ma Cuperlo resiste. Il primo dice «mai più larghe intese»? E il secondo assicura, a Repubblica,it, che «il governo Letta è una parentesi». I renziani scalpitano, per loro la battaglia è tra il vecchio e il nuovo, tra la sinistra che fu e quella che sarà. «Le critiche a Matteo vengono dalla parte più conservatrice del partito, quella che pensa di avere il brevetto depositato dei valori della sinistra» attacca Angelo Rughetti. Nel mirino dei «nuovisti» c’è Stefano Fassina, il viceministro che ha inviato a Renzi una missiva sferzante: «Caro Matteo, l’insieme delle tue coraggiose proposte ha una rilevanza finanziaria pari a zero… Il caterpillar è andato fuori strada e si è cappottato». E Beppe Fioroni insinua che Renzi parli con Letta come il medico con il paziente: «La sua malattia è gravissima, ma lei stia tranquillo che guarirà… Mente sapendo di mentire!». Lo scontro politico su chi sarà il successore di Epifani si infiamma, il caso del tesseramento gonfiato e dei «pacchetti» di iscritti rischia di esplodere. E Davide Zoggia lancia un appello a tutte le aree: «I tesseramenti siano singoli e non collettivi, perché è chiaro che se vanno in 100 o 200 c’è qualcosa che non va». Bisogna rispettare le regole, avverte il capo dell’organizzazione: «Non scherziamo, non stiamo giocando con le figurine». Epifani ha ordinato «controlli stringenti» a tappeto e per ora, dicono dal Nazareno, tutto procede in maniera regolare. Tranne qualche (vistosa) eccezione. A Enna è un caso la vittoria di Vladimiro Crisafulli, eletto segretario provinciale nonostante alle politiche fosse stato ritenuto incandidabile. Alla Leopolda il regista Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, ha strappato ovazioni accostando il suo nome a quello di un boss mafioso. E l’ex senatore risponde con le carte bollate: «Lo querelo, ha detto cose false». Crisafulli voterà Cuperlo, il quale però prende distanze: «Io avrei fatto una scelta diversa». Si litiga anche sui numeri dei congressi. «In 45 province su 74 è avanti Cuperlo» fanno di conto al comitato, ma i renziani assicurano che il sindaco è largamente in vantaggio. E oggi, a Roma, apre il «loft» di Renzi. Lui è nella Capitale, ma all’inaugurazione del comitato, in via dei Pianellari, il segretario in pectore non è atteso. Al centro della battaglia per il Nazareno c’è anche la legge elettorale. Dopo l’affondo di Renzi contro il proporzionale, dal Senato arriva lo stop del Pd al cosiddetto «pillolario», la bozza di accordo con il Pdl raggiunta grazie alla mediazione di Anna Finocchiaro. «Il Pd deve ripartire dal doppio turno», ferma i giochi il capogruppo Luigi Zanda e Cuperlo concorda: «Bene, ora facciamo in fretta». Ma i tempi sono strettissimi ed è molto probabile che la sentenza della Consulta sul «porcellum» arrivi prima che i partiti abbiano trovato un’intesa. Ma secondo Cuperlo una via per agganciare il Pdl c’è: il doppio turno di coalizione.
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