La manovra in 10 punti

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ROMA — Saltano i tagli alla Sanità e l’aumento dell’aliquota sulle rendite finanziarie, entrano la rivalutazione delle partecipazioni delle banche al capitale di Bankitalia e una misura strutturale per favorire il rientro dei capitali illecitamente detenuti all’estero. Due misure, queste ultime, alle quali il governo ha preferito non attribuire il gettito atteso, e che a tutti gli effetti diventano il futuro tesoretto con il quale finanziare la crescita. La legge di Stabilità entrata ieri nel Consiglio dei ministri ha subito parecchie modifiche rispetto alle anticipazioni della vigilia, ma la struttura portante resta immutata.
Meno Irpef per un miliardo e mezzo
Nel 2014 scatta dunque la riforma dell’Imu, ma si avvia soprattutto un primo taglio delle tasse per le imprese e i lavoratori. Per l’abbattimento del cosiddetto cuneo fiscale le risorse non sono molte, ma come per tutte le altre misure potranno essere rimpinguate nel corso dell’esame parlamentare, anche in funzione del gettito atteso dai provvedimenti «non cifrati». Sul piatto, per ora, ci sono 11,6 miliardi in tre anni, 5 per i lavoratori, 5,6 per le imprese. Nel 2014 lo sgravio sulle buste paga, concentrato sui redditi più bassi, sarà di un miliardo e mezzo di euro e la sua articolazione sarà decisa dal governo con il Parlamento e le parte sociali. Per le imprese, invece, ci sarà una riduzione dell’Irap sulla componente relativa al costo del lavoro (400 milioni di sgravio nel 2014) e un taglio (da un miliardo) dei contributi sociali. Confermato il potenziamento dell’Ace, l’aiuto alla capitalizzazione delle imprese, la cui aliquota salirà dal 3 al 4,5%, e al 6% nel 2015.
Salta l’Imu prima casa, arriva la Trise
La nuova Service tax, che scatta dal 2014, si chiamerà Trise e assorbirà Imu, Tares e Tarsu. Non il tributo provinciale ambientale. La quota sui servizi indivisibili (Tasi) vale l’1 per mille della base imponibile Imu (o 1 euro a metro quadro a scelta dei comuni), mentre la quota rifiuti (Tari) dovrà coprire i costi del servizio. Quest’ultima sarà a carico dei proprietari, ma i comuni potranno chiedere il pagamento fino al 30% della Tasi anche agli inquilini. La nuova Trise, secondo i calcoli della Uil per una famiglia di 4 persone in un appartamento di 100 metri quadri, peserà in media sulla prima casa nel 2014 per 366 euro a famiglia, in aumento rispetto ai 281 medi del 2013 ma in calo rispetto ai 450 del 2012 quando l’Imu si pagò anche sulla prima casa.
Il conto finale, però, potrebbe essere un po’ più salato del previsto. Il governo aveva detto che avrebbe trasferito ai Comuni 2 miliardi di euro per coprire le esenzioni e le detrazioni che avrebbero fissato in autonomia. Ma nella legge di Stabilità il trasferimento si è dimezzato, ed il miliardo che manca potrebbe essere trasferito a carico dei cittadini. Altra novità è il ritorno dell’Irpef sui redditi fondiari dei terreni e fabbricati non locati, in misura del 50%. Confermata per le imprese la deducibilità del 50% dell’Imu pagata sugli immobili strumentali dalle imposte sui redditi.
Rendite, sofferenze ed ecobonus
Rispetto alla bozza della vigilia scompare dal testo delle legge di Stabilità l’aumento dell’aliquota fiscale sulle rendite finanziarie dal 20 al 22%, ma viene invece confermato l’aumento dell’imposta di bollo sulla gestione titoli (porterà 900 milioni in più). Per le imprese scatta la possibilità di una nuova rivalutazione dei beni aziendali e delle partecipazioni (con un gettito atteso di 500 milioni nel 2014), mentre alle banche e agli altri intermediari finanziari viene concessa la facoltà, dall’anno prossimo, di ammortizzare le svalutazioni dei crediti non più esigibili. A loro conviene per pulire il bilancio, mentre lo Stato incassa le relative tasse: 2,2 miliardi solo nel 2014.
Tra le altre misure fiscali previste dalla manovra 2014 c’è una nuova stretta sulle compensazioni delle imposte indirette, che vale 450 milioni di euro, la conferma delle agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie e gli arredi (un miliardo) e, in prospettiva, una riduzione delle agevolazioni fiscali a favore di famiglie e imprese. Dal capitolo delle cosiddette «tax expenditures», entro gennaio e con il contributo anche in questo caso delle parti sociali e del Parlamento, dovranno essere definiti almeno 500 milioni di tagli permanenti.
Rientro capitali e quote Bankitalia
La manovra, ha annunciato il presidente del Consiglio, Enrico Letta, prevede anche una misura «strutturale» per agevolare il rientro dei capitali detenuti illecitamente all’estero e disciplinare l’«autoriciclaggio», messa a punto con l’aiuto del procuratore aggiunto d Milano, Francesco Greco. Il sistema, che ricalca un meccanismo suggerito dall’Ocse e già adottato da altri paesi, prevede l’autodenuncia del contribuente, che sarebbe tenuto a pagare le imposte per tutti i periodi accertabili, ma con una sanzione ridotta alla metà del minimo attuale e, molto probabilmente, con l’esclusione dei profili penali del reato. Non si tratterebbe, comunque, di una nuova versione dello scudo fiscale. I contribuenti perderebbero l’anonimato, pagherebbero il dovuto e l’amministrazione avrebbe anche qualche discrezionalità di trattamento in funzione del successivo utilizzo dei capitali «svelati».
Un’altra misura che per prudenza il governo ha preferito non considerare negli effetti finanziari, ma che è destinata sicuramente a produrre un buon gettito fiscale, anche se in gran parte «una tantum», è la rivalutazione delle quote detenute dalle banche nel capitale della Banca d’Italia. L’operazione, ha spiegato ieri il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, al Consiglio dei ministri, è allo studio da parte di una commissione dell’istituto centrale.
La stretta sul pubblico impiego
È da qui che arriva buona parte dei risparmi sui costi dello Stato, con il taglio del 10% degli straordinari, misura ridotta al 5% per militari, polizia e vigili del fuoco, il blocco della contrattazione oltre il 2014, un tetto all’indennità di vacanza contrattuale e un rafforzamento del blocco del tun over. Non è stata inserita, alla fine, la norma che avrebbe consentito di ridurre lo stipendio agli statali in caso di trasferimento, mentre per le buonuscite si prevede il pagamento spalmato non più su 6 ma su 12 mesi. Il tetto di retribuzione dei 300 mila euro lordi l’anno viene poi esteso a «chiunque» riceva retribuzioni o emolumenti dal pubblico. Anche se si tratta solo di una norma di principio, e sarà difficile controllarne l’attuazione, si stabilisce poi che quando la pubblica amministrazione deve affittare un immobile per i suoi uffici ha «l’obbligo di scegliere soluzioni più vantaggiose per l’erario (…) valutando anche la possibilità di delocalizzare gli uffici rispetto al centro abitato storico». Un altro miliardo arriverà dal taglio alla spese delle Regioni mentre altri 500 milioni all’anno arriveranno dalla vendita degli immobili pubblici.
Pensioni bloccate oltre i 3 mila euro
La quota di pensione oltre sei volte il trattamento minimo Inps, ossia 3.000 euro lordi al mese, non verrà rivalutata nei prossimi tre anni, mentre quelle inferiori, a partire dai 1.500 euro lordi, avranno una rivalutazione solo parziale e più bassa di quella odierna. Nella bozza della legge di Stabilità, si legge infatti che verranno rivalutate del 100% quelle fino a 1.500 euro; del 90% quelle fino a 2.000 euro; del 75% quelle fino a 2.500. Per quelle tra i 2.500 e i 3.000 euro la rivalutazione sarà del 50%, oltre tale soglia verranno bloccate.
In bilico il contributo di solidarietà, il prelievo a carico delle pensioni oltre i 100 mila euro. Nella bozza entrata a Palazzo Chigi la sovrattassa era del 5% per la parte eccedente i 100 mila euro fino 150 mila, del 10% oltre i 150 mila e del 15% oltre i 200 mila euro. C’è una differenza rispetto ai vecchi contributi di solidarietà, bocciati dalla Corte costituzionale che li aveva considerati discriminatori perché relativi solo alla categoria dei pensionati: il gettito non dovrebbe finire in maniera indistinta nelle casse dello Stato ma andare a «favore delle gestione previdenziali obbligatorie di appartenenza». Resta da vedere se questo correttivo basterà a superare le obiezioni di incostituzionalità.
Confermato l’allentamento per un miliardo di euro del patto di stabilità, il sacrificio chiesto a Comuni e Province per aiutare lo Stato a rispettare il limite del deficit. Altri 500 milioni di euro vengono scorporati dal patto per pagare i debiti della pubblica amministrazione.

Lorenzo Salvia
Mario Sensini


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