Haiti chiede all’Onu il risarcimento per il colera

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NEW YORK — Una class-action da oltre due miliardi di dollari contro le Nazioni Unite. Quando nell’ottobre 2010 l’epidemia di colera sconvolse Haiti (decine, poi centinaia, infine migliaia di morti) pochi mesi dopo uno dei più devastanti terremoti della storia, la rabbia popolare — alimentata da quelle che sembravano leggende metropolitane, aizzata da capi-gang e stregoni voodoo — si rivolse contro gli stranieri. Contro i “bianchi”, a volte contro chi era arrivato nel disastrato paese dei Caraibi convinto di poter aiutare una popolazione al collasso, mentre il mondo intero prometteva miliardi di dollari che in gran parte non sarebbero mai arrivati.
Ne fecero le spese anche i caschi blu dell’Onu, più di una volta costretti a difendersi, con mitra e blindati, dall’assalto di folle inferocite che li additava come gli “untori” di un male che ad Haiti — uno dei paesi più poveri del mondo — era praticamente sconosciuto. Si scoprì ben presto che non era solo credenza o leggenda popolare. Il focolaio dell’epidemia venne infatti individuato in una zona rurale cento chilometri a nord della capitale Port-au-Prince, lungo un affluente dell’Artibonite (il fiume più importante del paese, con i suoi 320 chilometri di lunghezza) dove erano accampati i caschi blu del Nepal che avevano ridotto le acque a vera e propria fogna.
Mercoledì pomeriggio, al tribunale federale di Manhattan, gli avvocati per i diritti umani del Bai (Bureau des Avocats Internationaux) e dell’Istituto per la giustizia e la democrazia ad Haiti (Ijdh) hanno depositato la class-action a nome delle vittime del colera: 8.300 morti e 670mila infettati, secondo le ultime stime dell’agosto 2013. Una decisione presa dopo che le Nazioni Unite si sono rifiutate di pagare centinaia di milioni di dollari per compensare i familiari delle vittime. E adesso l’Onu rischia — se il tribunale federale darà ragione agli avvocati dei diritti umani — di dover pagare (tanto è la richiesta) due miliardi e duecento milioni di dollari.
«Haiti ha oggi la peggior epidemia di colera del mondo», ha detto Ira Kurzban, avvocato di Miami, durante la conferenza stampa con cui è stata annunciata la class-action. «Prima dell’ottobre 2010, ad Haiti non c’erano stati casi di colera negli ultimi cento anni. Chiediamo questi soldi per sradicare il colera e per i danni — omicidi colposi, lesioni personali, stress emotivo, perdita di proprietà
private e risorse naturali — subiti dalle vittime». Per gli avvocati del Bai è stato «definitivamente provato» che il colera è stato portato ad Haiti dai caschi blu nepalesi, «un paese in cui il colera è endemico», come provato da numerosi rapporti di organizzazioni anche legate alle Nazioni Unite. «L’Onu sapeva, o avrebbe dovuto sapere, che con le sue avventate ed incoscienti fognature metteva ad alto rischio la popolazione; sapeva e coscientemente non ha preso in considerazione questo rischio, provocando un’esplosiva epidemia». Il portavoce delle Nazioni Unite Farhan Haqsaid non ha voluto rispondere alle domande dei media sull’argomento: «Non commentiamo richieste contro l’Onu ».


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