Gli Stati Uniti spiavano la Francia?
Lunedì 21 ottobre il quotidiano francese Le Monde ha scritto che la National Security Agency (NSA) – l’agenzia di sicurezza nazionale degli Stati Uniti – ha sorvegliato circa 70 milioni di telefonate in Francia tra il 10 dicembre 2012 e l’8 gennaio 2013: l’inchiesta di Le Monde – come tutte le altre relative alle attività di sorveglianza della NSA che si sono susseguite in questi ultimi mesi – si basa su alcuni documenti consegnati da Edward Snowden, ex consulente della NSA dall’1 agosto in asilo temporaneo in Russia.
Secondo i documenti, dice Le Monde, la NSA avrebbe sorvegliato non solo i sospetti terroristi (attività principale e riconosciuta dell’agenzia), ma anche politici, importanti imprenditori e funzionari dell’amministrazione francese. Le telefonate sorvegliate sarebbero state circa 3 milioni al giorno, con picchi di quasi 7 milioni il 24 dicembre e il 7 gennaio (tra il 28 e il 31 dicembre, invece, non sembra siano state compiute intercettazioni). L’agenzia federale statunitense avrebbe usato diversi metodi per sorvegliare le chiamate, tra cui uno basato sulla registrazione automatica di alcune chiamate: «Quando alcuni numeri di telefono francesi vengono digitati, si attiva un segnale che fa partire la registrazione automatica di quelle conversazioni. È un tipo di sorveglianza in grado di recuperare anche SMS e altri contenuti sulla base di parole chiave».
Non è chiaro comunque se i contenuti delle chiamate e dei messaggi siano stati effettivamente registrati e memorizzati, o se si sia trattato solo di raccolta delle informazioni contenute nei tabulati telefonici. Non è chiaro nemmeno se il programma di sorveglianza sia ancora in corso. Inoltre il suo nome in codice, “US-985D”, non è spiegato nei documenti forniti da Snowden: questa serie di numeri, scrive Le Monde, corrisponde però alla cerchia di paesi che gli Stati Uniti hanno qualificato come “terzo tempo”, alla quale appartengono la Francia, la Germania, ma anche la Polonia, l’Austria e anche il Belgio. Il “secondo tempo” riguarda invece i paesi anglosassoni, storicamente vicini al governo di Washington: Regno Unito, Canada, Australia e Nuova Zelanda. Il “primo tempo” riguarda invece i 16 servizi servizi segreti degli Stati Uniti.
Le reazioni del governo francese alla pubblicazione dell’articolo di Le Monde sono state piuttosto dure: mentre si trovava in Lussemburgo per un incontro dell’Unione Europea, il ministro degli Esteri, Laurent Fabius, ha convocato l’ambasciatore statunitense a Parigi, chiedendo spiegazioni sulle attività di sorveglianza che hanno come obiettivo cittadini francesi. Il ministro dell’Interno, Manuel Valls, ha descritto le rivelazioni come “scioccanti”, e ha aggiunto che chiederà ulteriori dettagli all’amministrazione americana. Durante una trasmissione della radio francese Europe-1, ha anche detto: «Se un paese amico – un alleato – spia la Francia o altri paesi europei, questo è completamente inaccettabile».
La Francia aveva già avviato delle proprie indagini sui programmi di sorveglianza della NSA lo scorso giugno, quando il giornale tedesco Der Spiegel e quello britannico Guardian avevano raccontato l’ampio programma di sorveglianza PRISM, che coinvolgeva anche diversi paesi europei. Le Monde ha scritto che le autorità statunitensi non hanno voluto commentare nello specifico i documenti, perché li considerano materiale classificato. Hanno però fatto riferimento a una dichiarazione fatta lo scorso 8 giugno scorso dal direttore della NSA, James Clapper, che difendeva le pratiche della sua agenzia, definendole legittime.
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