Giornata della Nonviolenza: “Prepariamo la pace con il disarmo”

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Istituita dalle Nazioni Unite nel 2007 per celebrare la ricorrenza della nascita di Gandhi, la giornata del cade in un momento particolarmente delicato della scena politica italiana caratterizzata dal ritorno di espressioni belliciste. “Il motto bellicista dell’attuale ministro della Difesa è ‘per amare la pace, bisogna armare la pace’”– sottolinea Pasquale Pugliese del Movimento nonviolento. “E’ così che il ministero della difesa diventa il ministero della preparazione della guerra. Infatti l’esperienza storica ci insegna che ‘se armi la pace, ami la guerra’. E’ necessario – conclude Pugliese – ribaltare questa concezione arcaica, ancorché contraria allo spirito ed alla lettera della Costituzione italiana, nel suo contrario: se vuoi la pace prepara la pace, attraverso il disarmo e la costruzione di una vera difesa civile, non armata e nonviolenta”.

Ma a preoccupare le associazioni pacifiste vi è anche l’ossessiva ricerca di maggiori finanziamenti per gli armamenti da parte del governo-. “La difficoltà del Parlamento ad abolire il programma dei cacciabombardieri F-35, come chiede con forza gran parte dell’opinione pubblica italiana e lo stesso veto del Consiglio supremo di difesa rispetto alla sovranità decisionale del Parlamento sulle spese militari indicano quanto stia diventando sempre più insistente e insopportabile alla luce dei continui tagli alla spesa sociale la volontà di proseguire nei programmi di acquisizione di sistemi militari” – dichiara Francesco Vignarca, coordinatore della Rete italiana per il disarmo. “Oggi le armi di distruzione di massa e gli stessi armamenti convenzionali – aggiunge Martina Pignatti del Tavolo per gli interventi civili di pace – hanno raggiunto immani capacità distruttive e sul loro altare si sacrificano enormi risorse pubbliche sottratte alla cura dei bisogni dei singoli ed all’affermazione di diritti di tutti”.

Un vero processo di disarmo – spiega la nota delle associazioni – potrebbe liberare risorse per costruire un nuovo modello di difesa italiano ed europeo, a partire dal riconoscimento, economico ed organizzativo della piena dignità del Servizio civile nazionale come forma di difesa non armata della patria alternativa a quella militare. Un modello che abbia al centro la costruzione della pace con mezzi pacifici sul piano internazionale e la difesa delle istituzioni democratiche costituzionali sul piano nazionale”. Per Primo Di Blasio della Conferenza nazionale degli enti di servizio civile occorre “ribaltare la logica del governo che affida al Servizio civile nazionale, vero strumento di difesa civile, non armata e nonviolenta, fondi irrisori rispetto alla difesa militare mentre continua a rifinanziare la cosiddetta mini-naja”.

Tra i numerosissimi eventi (si veda il sito facebook dedicato alla giornata in Italia) va segnalato anche il Convegno che si terrà oggi a Perugia “Tracciamo le strade di un futuro di Pace possibile” che intende dar voce alle tematiche proprie del movimento per la pace: la nuova politica di difesa, la riconversione dell’industria bellica, la riduzione delle spese militari e le alternative nonviolente ai conflitti. Si tratta di tracce di lavoro a partire dalle esperienze dei movimenti per la pace e il disarmo. Il convegno si tiene a Perugia, città di Aldo Capitini, uno dei padri fondatori del movimento nonviolento italiano e ideatore della Marcia della pace Perugia-Assisi.

La Tavola della pace ha promosso la “Settimana della Pace”: “una settimana intensa – spiegano gli organizzatori – che avrà al centro la storica visita di Papa Francesco ad Assisi il 4 ottobre e la celebrazione, lo stesso giorno, della IX Giornata Nazionale della pace, della fraternità e del dialogo. La settimana si è aperta domenica 29 settembre con la Marcia per la pace di Forlì e si concluderà con la Marcia della pace a Lodi il 6 ottobre. “Due marce come quella che si è svolta domenica scorsa a Campobasso, sulla via degli antichi Tratturi, e che vogliamo promuovere in tante altre città italiane”.

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, nel suo messaggio per la giornata evidenzia che “la nonviolenza non è né inerte né passiva”. “Occorre coraggio per resistere a coloro che usano la violenza per imporre la loro volontà o credenze – afferma Ban. “Si richiede volontà di resistere contro l’ingiustizia, la discriminazione e la brutalità e per chiedere il rispetto della diversità e dei diritti umani fondamentali. Si richiede anche coraggio di passare dal conflitto per abbracciare negoziazione pacifica”. Il Segretario generale sottolinea inoltre che “la povertà è un terreno fertile per la violenza e la criminalità: è intrinsecamente violenta rispetto ai bisogni e alle aspirazioni delle persone più vulnerabili del mondo. Per questo motivo – aggiunge Ban – abbiamo posto tanta enfasi per mantenere la promessa degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio entro il 2015, e per la creazione di un nuovo programma di sviluppo che abbia al centro la lotta alla povertà e, come guida, lo sviluppo sostenibile”. [GB]


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