Funerali dei migranti, associazioni critiche. “Cerimonia tardiva e ipocrita”

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PALERMO – ”E’una cerimonia istituzionale tardiva e ipocrita”. Con questo commento un gruppo di associazioni di Palermo, da sempre vicino ai migranti, criticano la commemorazione organizzata a San Leone di Agrigento in ricordo dei migranti morti nel mare di Lampedusa lo scorso 3 e 11 ottobre. Cerimonia a cui non sarà presente il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, che verrà ricevuta al Quirinale dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano e a cui non parteciperà neanche il primo cittadino di Agrigento Marco Zambuto. Una commemorazione ufficiale alla quale invece prendono parte, tra le più alte autorità istituzionali, il ministro dell’Interno Angelino Alfano ed il ministro dell’integrazione Cecile Kyenge.

Le associazioni (Jodit Abraha della comunità eritrea-etiope Palermo, l’Osservatorio contro le discriminazioni razziali Noureddine Adnane, i Laici Missionari Comboniani Palermo, S. Chiara-Salesiani Palermo, Sportello immigrati Cobas, Laboratorio Zeta, Borderline Sicilia Onlus) saranno presenti alla cerimonia per potere manifestare pubblicamente la propria posizione. “Ribadiamo che questi morti sono ‘sangue nostrum’ e non ‘mare nostrum’, perché il mare e la terra sono di tutti, e l’umanità è una soltanto – dicono -. Rinnoviamo la nostra promessa, unico modo di rispettare quelle bare, di continuare a combattere per la libertà, i diritti e la dignità delle persone in fuga da guerre e persecuzioni o in cerca semplicemente di un’esistenza più giusta. Diamo voce al dolore, ma anche all’indignazione per le politiche proibizioniste e xenofobe che hanno già assassinato non meno di ventimila persone e trasformato il mare Mediterraneo in un immenso cimitero liquido. Diamo voce alla rabbia per lo spreco enorme di risorse per le operazioni militari ‘umanitarie’, in realtà finalizzate all’intimidazione dei migranti e a rendere ancora più incerto il raggiungimento della meta per chi fugge dal proprio paese nella speranza di costruirsi una vita migliore o, semplicemente, una vita”.

“E’ una manifestazione rigidamente organizzata in cui sono stati decisi gli invitati e gli esclusi – sottolinea rammaricato Fulvio Vassallo Paleologo esperto giurista in diritti umani -. E’ una parata che non serve a nessuno se non a trasmettere all’opinione pubblica la percezione che il governo ha la coscienza a posto”. “Quello che, però, principalmente ci addolora – continua il docente – è la presenza ufficiale dei rappresentanti del governo dittatoriale eritreo, mentre sono assenti i parenti delle vittime che da Lampedusa avevano chiesto via fax di potere partecipare. Ci sorprende e rammarica ancora di più che l’Italia continui a mantenere normali rapporti diplomatici stabili con un Paese dal quale provengono tantissimi richiedenti asilo”.

“La presenza dei politici è una vera e propria irrisione al lutto dei congiunti delle vittime – scrivono ancora le associazioni -. I corpi degli annegati degli ultimi naufragi sono stati dispersi nell’intero territorio siciliano e moltissimi sono già stati fatti inumare senza che i familiari e gli amici accorsi da tante parti del mondo e gli stessi sopravvissuti al naufragio potessero salutarli”. “La Prefettura di Agrigento, che ha coordinato tutta l’operazione su disposizione dell’autorità governativa – aggiungono -, ha negato anche ai parenti la semplice informazione sui luoghi di sepoltura impedendo loro di poterli raggiungere e di raccogliersi sulle tombe dei propri cari, sostenendo che si tratta di ‘dati sensibili’. Le autorità preposte oggi frappongono ai parenti all’identificazione dei defunti ‘impedimenti burocratici’”.

“È in atto, insieme a un letterale occultamento delle salme di centinaia di persone la cui morte grava sulle scelte italiane ed europee in materia di immigrazione e asilo, un’operazione di occultamento della memoria, individuale e collettiva, portata avanti calpestando anche quel sentimento di pietas che rende dignità agli esseri umani – continuano -. La fretta di fare scomparire quei corpi sembra accompagnata alla fretta di dimenticare, forse per paura che la parte migliore di questo paese, come ha già cominciato a fare, si rivolti finalmente contro decenni di politiche omicide che insultano le nostre coscienze, e chieda un cambiamento profondo e reale. Ci uniamo alla denuncia del sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, rispetto alla ‘confusione’ e ai ‘ritardi’ con cui sta così colpevolmente avvenendo l’ultimo scempio dopo la tragedia”.

Anche la Cgil sarà a San Leone (Ag), ma, benché invitata dal prefetto di Agrigento, non salirà sul palco delle autorità. “Saremo lì – dice una nota del sindacato – come abbiamo già fatto sul molo di Porto Empedocle, nel giorno del lutto all’arrivo delle prime salme, ma dalla parte delle vittime”. Anche per il sindacato la “cerimonia è tardiva e inadeguata a rappresentare i sentimenti di cordoglio e di solidarietà che si sono già espressi in forma spontanea e organizzata dopo la tragedia, con le posizioni dei vescovi, dell’associazionismo solidale, delle comunità locali dove si stanno svolgendo i funerali. Il sindacato sta dalla parte delle famiglie e della comunità eritrea, duramente colpita, alla quale va tutto il nostro sostegno umano e anche pratico, avendo dato noi la piena disponibilità all’uso dei locali della Cgil di Agrigento”. (set)

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