by Sergio Segio | 11 Ottobre 2013 14:20
Giovedì 10 ottobre, il parlamento dell’Unione europea ha votato[1] – con 479 voti a favore, 101 contrari e 20 astenuti – “Eurosur”, sistema di sorveglianza delle frontiere terrestri e marittime, e il rafforzamento di “Frontex”, agenzia Ue che promuove la sicurezza e la gestione dei confini, confermando così una politica sull’immigrazione basata su maggiori controlli e vigilanza. Eurosur entrerà in vigore il prossimo 2 dicembre per Bulgaria, Estonia, Francia, Spagna, Croazia, Italia, Cipro, Lettonia, Lituania, Ungheria, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Slovacchia e Finlandia. Gli altri paesi aderiranno dal primo dicembre 2014.
Secondo il relatore che ha presentato il testo di Eurosur, il liberaldemocratico olandese Jan Mulder, «Solo con un sistema pan-europeo di sorveglianza delle frontiere, saremo in grado di evitare che il Mediterraneo diventi un cimitero per i rifugiati che cercano di attraversarlo su carrette del mare, in cerca di una vita migliore in Europa. Per evitare che una tragedia come quella di Lampedusa accada di nuovo, è necessario un rapido intervento». Human Rights Watch e altre organizzazioni umanitarie hanno parlato invece di «mani sporche della Ue», spiegando che rendere i controlli più rigidi non fa altro che modificare (allungandole e rendendole spesso più pericolose) le rotte migratorie.
Frontex
Frontex[2] è l’agenzia per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea. È stata creata nel 2004 e funziona dal 3 ottobre del 2005, ha sede a Varsavia e ha come principale obiettivo quello di «aiutare le autorità di frontiera dei diversi Paesi europei a lavorare insieme». Frontex coordina la cooperazione fra gli stati membri in materia di gestione e controllo delle frontiere esterne, fornisce assistenza nella formazione professionale delle guardie in servizio, nei controlli, nei pattugliamenti e nella vigilanza (non esistono, insomma, agenti del Frontex). Appoggia, inoltre, gli stati membri in operazioni comuni di rimpatrio dei clandestini e mette a disposizione gruppi di intervento rapido, in situazioni eccezionali e urgenti, che fanno parte del Rapid Boarder Intervention Team, un contingente sovranazionale.
Nel 2008 il budget dell’Agenzia era stato raddoppiato[3] arrivando a 70 milioni di euro, di cui circa 31 milioni destinati soltanto alle missioni di pattugliamento delle frontiere marittime, nel Mediterraneo, nel sud dell’Atlantico e nel Mar Nero. Nel 2011 il budget è arrivato a 118 milioni di euro e attualmente è di circa 85 milioni. L’Agenzia dispone di 26 elicotteri, 22 aerei, 113 navi e attrezzature radar. Le persone impiegate da Frontex sono quasi 300, esclusi i consulenti.
Il direttore è Ilkka Laitinen, finlandese, a capo dell’Agenzia fin dalla nascita nel 2005: nato nel 1962, «si occupa da trenta anni di tematiche legate all’immigrazione sia a livello nazionale che europeo», da quando, a 17 anni, è entrato nella guardia costiera finlandese e da lì ha fatto carriera. Del management board fanno parte[4] i rappresentanti dei 26 Paesi membri che hanno aderito al trattato di Schengen, due membri della Commissione europea, due rappresentanti di Regno Unito e Irlanda e quattro paesi che non sono membri dell’Ue (Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera).
Eurosur
Eurosur sarà uno strumento per il rafforzamento di Frontex: attraverso lo scambio di informazioni tra stati in tempo reale, la raccolta dati, l’analisi dei rischi e l’identificazione dei gruppi di migranti, avrà come obiettivi[5] quello di limitare il numero dei cittadini di paesi terzi che entrano illegalmente nel territorio dell’Ue, di ridurre il numero di decessi, di rafforzare la sicurezza interna in tutta l’Ue contribuendo a prevenire la criminalità. Il commissario europeo per gli Affari interni Cecilia Malmström, ha infatti spiegato:
«Eurosur rappresenta un passo decisivo in questo senso perché permetterà di proteggere le nostre frontiere esterne e aiutare quanti rischiano la vita pur di raggiungere le nostre coste. Questo nuovo strumento rafforzerà lo scambio di informazioni e la cooperazione a diversi livelli: nazionale, tra gli Stati membri, e tra questi e l’Agenzia per le frontiere dell’Unione Frontex. I nuovi centri nazionali di coordinamento e Frontex si scambieranno immediatamente informazioni su incidenti e pattugliamento. Così facendo avremo non solo più possibilità di prevenire reati transfrontalieri quali il traffico di droga e la tratta di esseri umani, ma sarà anche più facile individuare le piccole imbarcazioni di migranti in pericolo e fornire loro assistenza».
Tutte le operazioni che gli Stati membri e Frontex svolgeranno in ambito Eurosur dovranno rispettare i diritti fondamentali e i principi Ue in materia di immigrazione, compreso quello di non respingimento verso paesi a rischio, quello della protezione dei dati personali e la non comunicazione di questi dati ai paesi di origine dei migranti per non mettere in pericolo la loro vita-
Concretamente, ogni stato dovrà rendere operativo un centro nazionale di coordinamento per Eurosur che funzionerà come un sistema di scambio di informazioni. Dovrebbe inoltre essere messo in pratica un sistema di sorveglianza e segnalazione attraverso droni e satelliti. A Eurosur dovranno essere assegnati 35 milioni di euro l’anno di cui 19 presi dal bilancio di Frontex.
Foto: un elicottero sorveglia il mare di Lampedusa, 9 ottobre 2013 (AP Photo/Marty Lederhandler)
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