FRANCIA Elezioni municipali, il Fronte nazionale di Le Pen in crescita

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Di qui le oscillazioni delle ultime settimane, a cominciare dalla polemica sui rom suscitata dalle affermazioni del ministro degli interni, Manuel Valls (Ps), secondo il quale i nomadi hanno difficoltà a integrarsi e quindi hanno vocazione a tornare nei loro paesi d’origine (Romania e Bulgaria). Posizione contestata all’interno del Ps e soprattutto dalla ministra della casa, Cécile Duflot (Verdi), che ha accusato Valls di sconfessare «il patto repubblicano» mettendo all’indice un’intera popolazione.
Ieri, Hollande ha richiamato i ministri al rispetto della solidarietà, ma il clima resta teso e rissoso, alla mercé di una crisi. Il Ps è di nuovo preda del gioco delle correnti, i Verdi hanno appena fatto fuori il segretario del partito e sono spaccati tra chi vuole restare al governo e chi vorrebbe uscirne. A destra, la situazione non è migliore: l’Ump vive con l’incognita Sarkozy, che pensa di tornare in politica, mentre capi e capetti si fanno la guerra in un concorso a chi va più a destra.
In questo contesto, Marine Le Pen non ha neppure più bisogno di intervenire direttamente sui temi della polemica politica. Alle prossime municipali, anche se probabilmente il Fronte nazionale non riuscirà a conquistare molti comuni, una forte crescita dei voti dell’estrema destra rischia di paralizzare la vita politica locale. Addirittura, c’è il rischio che il Fronte nazionale risulti il primo partito francese alle europee, elezione dove tradizionalmente l’astensione è forte e dove la sfida all’Europa, vista solo come fonte di austerità economica e di limitazione della libertà politica nazionale, potrebbe convincere un gran numero a fare il grande passo e votare Fn.
La sinistra non riesce a trovare la strada per parlare alle classi popolari, neppure il Front de Gauche è in una posizione facile, diviso tra il leader Jean-Luc Mélenchon, che attacca sistematicamente Hollande e il governo, e il Pcf, attento alle alleanze locali con il Ps, indispensabili per non perdere anche gli ultimi comuni con sindaco comunista. La destra è in pieno subbuglio sulla strategia da adottare nei confronti del Fronte nazionale: l’ex primo ministro, François Fillon, ha suscitato una polemica affermando che, in caso di secondo turno tra un socialista e un frontista, «sceglierà il meno settario». In altri termini, Fillon ha annunciato la fine del «fronte repubblicano», la tradizione che finora ha più o meno tenuto, secondo la quale i partiti «repubblicani» (Ps e Ump) si sostengono a vicenda in caso di ballottaggio di uno di loro con il Fronte nazionale.
Anche l’opinione pubblica sembra aver sotterrato il fronte repubblicano: secondo un recente sondaggio, in caso di secondo turno alle presidenziali tra Hollande e Marine Le Pen, il 63% dei simpatizzanti di destra voterebbe per la leader dell’estrema destra. Secondo il filosofo Marcel Gauchet, i francesi si sentono tra «i perdenti della mondializzazione e dell’europeizzazione, lo choc della disillusione è forte», e i partiti di governo non danno risposte credibili.


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