Eni al top, la scalata delle Poste

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Eni è sempre al top per fatturato e utili, Telecom resta «campione» per perdite. Il quadro presentato dall’ultima edizione del rapporto sulle «Principali società italiane», che l’Ufficio studi Mediobanca realizza ogni anno dal 1966, conferma in sostanza la fotografia dei nostri superbig. Però, grazie a un’inedita e approfondita analisi del bilancio, spunta la «sorpresa» Poste italiane, gruppo pubblico che peraltro si è candidato di recente a partecipare al salvataggio di Alitalia.
Dalla somma delle sue attività risulta che l’azienda guidata da Massimo Sarmi, undicesima in classifica con 9,7 miliardi di fatturato e seconda per utili con un miliardo circa, andrebbe in realtà collocata al sesto posto fra le industriali, al sesto anche fra le banche, al terzo fra le compagnie di assicurazioni dietro solo a Generali e Unipol. I soli ricavi postali, pari a circa 4,5 miliardi, collocherebbero in realtà la società in 28esima posizione, ma se a questi si aggiungono i premi assicurativi pari a 10,5 miliardi e i ricavi finanziari (Banco Posta è il sesto istituto per provvista con 48,7 miliardi e il decimo per attivo tangibile con 51,8 miliardi) «emerge» un colosso da 20,2 miliardi.
Nella hit parade dell’industria vengono poi segnalate alcune altre novità di rilievo: anche la sola Fiat, grazie al consolidamento completo di Chrysler , con 84 miliardi di ricavi supera Enel, fatto che non accadeva dal 2007; Luxottica recupera due posizioni e diventa sedicesima con ricavi superiori a 7 miliardi in crescita del 13,9% sul 2011; Pirelli con una crescita del 7,4% sale al ventesimo posto e prende il posto di Fininvest, che ha ridotto le vendite del 10% a 5,3 miliardi ed esce dalle top20.
Considerando altri parametri, Eni si conferma il primo gruppo con utili nel biennio 2011-2012 pari a 14,6 miliardi, mentre fra i gruppi privati la leadership va a Prada che ha cumulato profitti netti per oltre un miliardo. Il record di perdite nel 2012 va invece a Telecom con 1,6 miliardi, seguita da Finmeccanica con 828 milioni. La graduatoria dei debiti finanziari è guidata da Enel con 64 miliardi mentre quella dei dipendenti vede al primo posto Exor con oltre 287 mila unità, per il 70% all’estero. Il primo datore di lavoro italiano è Poste con 145.542 occupati.
Particolare interessante, sempre per quanto riguarda l’industria, è infine rappresentato dalle «assenze». Mediobanca considera per la graduatoria le sole imprese con sede in Italia. Ciò porta a escludere protagonisti riconducibili a proprietà italiana come Tenaris (famiglia Rocca), che con 8,4 miliardi di fatturato sarebbe al dodicesimo posto; Ferrero, quindicesima con 7,8 miliardi e Stm (per il 50% dello Stato italiano) diciottesima con 6,6 miliardi.
Passando alle banche, la cui graduatoria è sempre guidata da Unicredit con attivi per 911 miliardi, seguito da Intesa Sanpaolo con 658,7 miliardi, il rapporto sottolinea per il sistema il boom dei crediti dubbi, cresciuti dal 2005 al 2012 del 189%. La crisi ha poi portato a una forte riduzione degli occupati, diminuiti dal 2007 di oltre 26 mila unità, «taglio» in larga parte dovuto all’incentivazione all’esodo.
Sergio Bocconi


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