Disoccupazione Usa in calo al 7,2% Wall Street e le altre Borse brindano

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NEW YORK — In ritardo di sedici giorni, causa shutdown, arrivano i dati sull’occupazione americana. A settembre ci sono stati 148mila nuovi posti di lavoro, meno dei 180mila che ci si aspettava, con un tasso di disoccupazione però che scende, a sorpresa, al 7,2% valore che non si registrava dal novembre 2008, ovvero dall’inizio della Grande Recessione. Tira il settore edile, con la conferma del boom della casa e vanno bene pure trasporti e commercio all’ingrosso. Dei nuovi posti solo 122mila riguardano il settore privato, quasi trentamila (28mila) sono invece statali e locali, nell’area federale c’è un calo di 6mila unità.
Un andamento lento che però fa volare i mercati. Brinda Wall Street che parte subito forte e si accodano alla festa anche le Borse europee che mettono a segno ottime performance. Francoforte chiude al nuovo record di 8.947,46 punti (+0,90%), euforia anche a Parigi che non andava così bene dal 2013 e Londra. Milano si ferma a +0,57% ma l’Italia si consola con lo spread e i tassi Btp, con il differenziale tra il nostro decennale e il Bund che chiude sui minimi di seduta a 230 punti e il rendimento dei buoni che scende sino al 4,10% (come non accadeva da giugno).
Le Borse sono felici per un apparente paradosso: il perdurare dell’incertezza infatti costringerà la Fed, la banca centrale americana, a continuare nella sua politica monetaria. Il board, che si riunirà la settimana prossima, infatti manterrà i tassi invariati e non diminuirà di un centesimo l’iniezione di denaro fresco (al ritmo di 85 miliardi al mese) per sostenere la ripresa economica. I commenti degli esperti vanno tutte in questa direzione. La Barclays, scrive il New York Times, dirama un bollettino per i suoi clienti dove spiega che l’azione della Fed durerà almeno sino al marzo 2014 (quando al timone ci sarà la Yellen), con un generale sospiro di sollievo. I mercati infatti avevano tremato quest’estate immaginando uno stop a settembre e adesso il calendario della paura era datato dicembre.
Ottimista con prudenza la Casa Bianca: «I dati sono buoni confermano che l’economia continua a progredire come dimostra il calo della disoccupazione. Ma adesso abbiamo bisogno che aumentino con più velocità i lavoratori nel settore privato per dare alla crescita solidità e continuità», dice il consigliere econico Jason Furman. Poi aggiunge: «Dobbiamo aspettarci però un peggioramento in ottobre quando si faranno sentire le conseguenze dello shutdown». Come previsto, la lunga chiusura dello Stato non sarà indolore e il conto da pagare sarà un rallentamento generale. Lo sanno anche gli americani che, come racconta un sondaggio della Cnn, tornano ad essere pessimisti sullo stato delle loro finanze. E di questo, come mostra un’altra rilevazione targata Washington Post, la gente accusa i Repubblicani, mai come ora in difficoltà. E Furman rincara la dose con una bacchettata ai rivali: «Dobbiamo nei prossimi mesi mettere a punto una strategia che confermi la ripresa, la acceleri e faccia bene all’occupazione. E soprattutto dobbiamo evitare mosse autolesioniste come quella che ci ha paralizzato nei giorni scorsi con lo shutdown e il rischio default».


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