Disoccupazione al 12,5%, top dal 1977. Per i giovani tasso record al 40,4%

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MILANO – Lo sottolineano tutti gli economisti e gli osservatori: i segnali di ripresa economica scritti nei dati sul Pil e sul clima di fiducia delle imprese hanno bisogno di più tempo – almeno un semestre – per trasferirsi sul mercato del lavoro. Ma quest’ultimo è ciò che si sente sulla pelle dei cittadini e i dati provvisori rilasciati dall’Istat bruciano assai. Il tasso di disoccupazione a settembre segna un nuovo record salendo al 12,5%, in rialzo di 0,1 punti percentuali su agosto e di 1,6 punti su base annua. E’ il valore più alto dall’inizio sia delle serie mensili, gennaio 2004, sia delle trimestrali, primo trimestre 1977. Stesso discorso vale per i giovani: il tasso di disoccupazione giovanile (popolazione tra i 15 e i 24 anni) a settembre registra un altro record, salendo al 40,4%, in aumento di 0,2 punti percentuali su agosto e di 4,4 su base annua. Anche in questo caso è il valore più alto dall’inizio sia delle serie mensili che delle trimestrali.

Il numero di disoccupati, spiega l’Istituto di Statistica, ha raggiunto a settembre quota 3 milioni e 194 mila persone, in aumento dello 0,9% rispetto al mese precedente (+29 mila persone) e del 14% su base annua (+391 mila). Guardando ai giovani, i disoccupati tra 15 e 24 anni sono 654 mila. L’incidenza dei disoccupati di in quella fascia d’età sul totale della popolazione compresa tra i 15 e i 24 anni è del 10,9%, in calo di 0,2 punti percentuali rispetto ad agosto ma in crescita di 0,6 punti su base annua. Quanto al numero di “individui inattivi” tra 15 e 64 anni (cioè quelli che non rientrano nella forza lavoro) aumenta dello 0,5% rispetto al mese precedente (+71 mila) ma rimane sostanzialmente invariat rispetto a dodici mesi prima. Il tasso di inattività si attesta al 36,4%, in aumento di 0,2 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,1 punti su base annua.

Tassi di occupazione, disoccupazione e inattività.
Settembre 2013, dati destagionalizzati Valori percentualiVariazioni congiunturaliVariazioni tendenzialiin punti percentualiTasso di occupazione 15-64 anni 55,4 -0,2 -1,2 Tasso di disoccupazione 12,5 0,1 1,6 Tasso di disoccupazione 15-24 anni 40,4 0,2 4,4 Incidenza disoccupati su popolazione 15-24 anni 10,9 -0,2 0,6 Tasso di inattività 15-64 anni 36,4 0,2 0,1

Guardando il rovescio della medaglia, cioè il tasso di occupazione, questo si attesta al 55,4%, in diminuzione di 0,2 punti percentuali in termini congiunturali e di 1,2 punti rispetto a dodici mesi prima. Per rendersi conto del ritardo, basta pensare che secondo gli obiettivi europei al 2020, l’Italia dovrebbe raggiungere un tasso di occupazione del 67% per quella data (nella fascia di popolazione tra 20 e 64 anni). Gli occupati a settembre si sono fermati a 22 milioni 349 mila, in diminuzione dello 0,4% rispetto al mese precedente (-80 mila) e del 2,1% su base annua (-490 mila).

Se si considera infine la differenza di genere, il tasso di occupazione maschile, pari al 64,4%, diminuisce di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 1,7 punti su base annua. Quello femminile, pari al 46,5%, diminuisce di 0,3 punti in termini congiunturali e di 0,7 punti percentuali rispetto a dodici mesi prima. Il tasso di disoccupazione maschile, invece, rimane invariato al 12% rispetto al mese precedente e aumenta di 1,8 punti nei dodici mesi; quello femminile, al 13,2%, aumenta di 0,3 punti rispetto al mese precedente e di 1,3 punti su base annua.


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Pubblicato il bollettino semestrale che raccoglie le principali statistiche ufficiali. Sono circa 2 milioni i permessi di soggiorno rilasciati nel 2011, in calo rispetto al 2010. Nel 2010 circa 713.500 acquisizioni di cittadinanza (+4 per cento)

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