Dalla guerra in Siria alla violenza di genere
Si comincia questa mattina alle 10,30 con la consegna del premio intitolato ad Anna Politovskaja a Chouchou Namegabe, una giornalista radiofonica congolese che dal 2008 coordina l’Association des femmes des médias du Sud Kivu (Afem-SK), un’associazione di donne del Sud Kivu che lavorano nel mondo dell’informazione. Impegnata nella difesa dei diritti umani, tiene corsi di giornalismo per donne congolesi che vogliono riportare abusi e molestie sessuali.
Ha più volte ricevuto minacce di rapimento e di morte, soprattutto in seguito alla sua denuncia dello stupro come arma di guerra nella Repubblica Democratica del Congo. Tra gli eventi da segnalare, l’incontro in programma domenica alle 11 al Teatro comunale con il grande reporter di guerra Robert Fisk, che parlerà del conflitto in Siria. Alle 16, (Teatro Comunale), si parlerà invece di violenza di genere con Urvashi Butalia, scrittrice ed editrice indiana, Mona Eltahawy, giornalista e attivista egiziana, Chouchou Namegabe e la scrittrice americana Rebecca Solnit. Domani alle 16,30, nella Piazza municipale, preceduti dal direttore di Internazionale Giovanni de Mauro, giornalisti del Financial Times, del New York Times e della Taz intervisteranno il presidente del Senato Pietro Grasso sulla crisi della rappresentanza.
Insieme all’Europa e alla sua crisi, l’Africa è il continente più presente. Dal land grabbing – il furto delle terre – con il nostro Stefano Liberti alle inchieste letterarie degli scrittori Florent Couao-Zotti (Benin), Janis Otsiemi (Gabon) e Alain Mabanckou (Congo). Chiusura domenica con il dj set di Marco Boccitto.
Related Articles
La République delle differenze
Charlie Hebdo. La manifestazione di risposta agli attentati di Parigi non ha avuto il riflesso autoritario da molti temuto. La giornata di domenica apre quindi inedite possibilità di pensare politicamente un altro concetto di «fraternité»
L’architettura in forma di pittura di Massimo Scolari
Ho sovente espresso le mie convinzioni intorno al fatto che per essere utili gli scambi «interdisciplinari» tra le diverse pratiche artistiche, anziché immaginare una liquefazione tra le discipline, o arrendersi alla fascinazione dei mezzi, dovessero lavorare sul confronto tra le diverse esperienze.
Quando la purezza per salvarsi diventa crudele