Chrysler, Fiat spera in una frenata dei conti

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TORINO — Alla vigilia della trimestrale, aumentano i rumors sulle imminenti mosse del Lingotto per conquistare il 100% di Chrysler e avviare la fusione delle due società. Domani Sergio Marchionne presenterà i conti e ci si attende che nella successiva conference call dia qualche delucidazione sull’andamento della trattativa riservata con il fondo assistenziale Veba che ha ancora in mano il 41,5% della casa di Detroit. Il Wall Street Journal sottolineava ieri quel che da tempo appare come l’aspetto paradossale dell’annunciata quotazione di Chrysler a Wall Street: «Minore è il valore che gli investitori assegnano alla sua società, meglio è per l’amministratore delegato». Marchionne lo ha fatto scrivere esplicitamente nel materiale consegnato nelle scorse settimane alla Sec: «Una quotazione di Chrysler adesso potrebbe mettere a rischio i piani di Fiat». È evidente infatti che una valutazione alta dei titoli a Wall Street costringerebbe gli Agnelli a sborsare più denaro per conquistare il pacchetto di titoli in mano a Veba.
Secondo quanto prevedono gli analisti Usa, i dati della trimestrale Chrysler non saranno comunque tali da suscitare l’entusiasmo degli investitori e questo dovrebbe rassicurare Marchionne mentre potrebbe spingere Veba a chiudere il negoziato prima della quotazione in borsa.
Già nel primo semestre l’utile netto di Auburn Hill era sceso da 909 a 673 milioni di dollari. Le ritardate consegne del Grand Cherokee per un problema al cambio potrebbero a loro volta incidere negativamente sulla trimestrale. Il complesso gioco a scacchi in America avrà certamente conseguenze sulla trimestrale del Lingotto. Secondo il consensus degli analisti, l’utile della gestione ordinaria dovrebbe scendere del 3,8% a 915 milioni mentre l’utile netto passerebbe da 286 a 265 milioni. Finora Fiat ha sempre confermato i target 2013 con l’utile della gestione ordinaria tra 4 e 4,5 miliardi e l’utile netto tra 1,2 e 1,5 miliardi. Ma proprio domani Marchionne si è riservato di dire l’ultima parola.
Ieri la Fiat ha annunciato l’acquisizione di Vm, la società di motori diesel con sede vicino a Ferrara, che finora era in comproprietà con Gm. L’operazione è costata 34,1 milioni di euro. Una goccia rispetto ai quasi due miliardi di dollari (1,9) che secondo Barclays Torino dovrebbe chiedere in prestito per evitare che l’acquisto di Chrysler provochi il downgrade della società. Una brutta tegola per il Lingotto è arrivata ieri dalla Corte d’appello di Torino che ha assolto il giornalista Corrado Formigli dalle gravi accuse rivoltegli dalla Fiat per un servizio sull’Alfa Mito. Formigli, spiega la sentenza, ha semplicemente svolto il suo mestiere di giornalista.


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