Cessioni, spinta di Saccomanni Anche la Rai finisce nella lista
ROMA — Sanità e società degli enti locali sono i settori dove più colpirà la spending review . Sull’abolizione della seconda rata dell’Imu non risponde: «Non faccio annunci fiscali in televisione», ma esclude una patrimoniale che «deprimerebbe ancora di più l’economia». Il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, alla vigilia dello sbarco in Senato della legge di Stabilità, difende i provvedimento del governo — «per la prima volta si riducono le tasse e le spese ordinarie» — e nel confermare l’arrivo della ripresa, si augura di «non perdere l’aggancio per colpa della politica». Alla trasmissione Che tempo che fa , il ministro comunque esibisce un generale ottimismo anche sulle fibrillazioni politiche di questi giorni. La caduta del governo Letta, insomma, la esclude «perché il danno sarebbe talmente forte che non la faranno». Saccomanni non entra nei particolari ma conferma che allo studio ci sono varie ipotesi di privatizzazione di Eni e Rai. Su quest’ultima in ogni caso precisa che «rimarrà la tv pubblica». L’Usigrai, preoccupata, ha chiesto ieri sera che «il governo faccia chiarezza».
In merito alle indiscrezioni che vedono nella nuova Tax service sulla casa una stangata superiore all’Imu, per il ministro «si tende a dimenticare che lo Stato ha devoluto un miliardo per alleviare, per compartecipare alla gestione di questa tassa che sarà gestita a livello dei Comuni, che potranno anche azzerarla». Saccomanni insiste in più passaggi dell’intervista con Fabio Fazio sulla ripresa dell’economia. Occorre riportare l’Italia «in un sentiero di crescita, la crisi globale è finita, ne stiamo uscendo, ne sta uscendo l’Europa — ha detto — ma bisogna scegliere se agganciare la ripresa, anche con riforme strutturali, oppure avviarci verso una fase acuta di instabilità politica».
Il responsabile del Tesoro fa capire che al più presto il governo dovrà mettere mano a un piano di spending review della sanità (costi standard degli ospedali, etc) e delle società degli enti locali che spesso hanno duplicazioni inutili. Sull’ipotesi patrimoniale, di cui si ricomincia a parlare, Saccomanni è chiarissimo: «Va bene in linea di principio» ma non si considera che «il patrimonio degli italiani, seppure valga 6-8 volte il Pil, è già investito in immobili, imprese, fondi etc.» e non si ha disponibile una «liquidità per 400 miliardi di euro: significa che si dovrebbe vendere tutto o una parte per pagarla».
La legge di Stabilità è comunque molto controversa. Il mondo del lavoro, sia imprese che sindacati, si è ribellato ed entro metà novembre è stato proclamato uno sciopero di 4 ore. I punti più sensibili che verranno sicuramente ritoccati da Camera e Senato riguardano il cuneo fiscale che le parti sociali hanno giudicato troppo debole (2,5 miliardi per il 2014), i tagli alla giustizia, per il Pd troppo forti così come l’impianto del blocco dell’indicizzazione alle pensioni. Un altro punto che dovrà essere rivisto e rinforzato è quello che incentiva le assunzioni dei giovani e la loro stabilizzazione da precari a tempo indeterminato. Poi c’è la casa con l’arrivo della Tax service: la legge prevede che gli introiti complessivi non debbano superare le vecchie entrate dell’Imu ma la grande discrezionalità concessa ai Comuni sull’aumento delle aliquote non ne garantisce il rispetto.
Roberto Bagnoli
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