Bankitalia, l’oro delle azioni il Cantiere (infinito) delle Tasse sulla Casa

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È presto però, fa capire, per avere i dettagli sui tempi e sui modi della rivalutazione delle quote possedute dalle banche che sono in attesa di poterla fare per rafforzare i rispettivi patrimoni , o sull’ammontare dell’imposta straordinaria sulle relative plusvalenze che lo Stato potrà incassare una tantum. Serve infatti una legge che raccolga anche le importanti — e non semplici da definire — regole sulle caratteristiche che devono avere i partecipanti al capitale e soprattutto sulle modalità di trasferimento che seppure limitate, debbono avere le quote. Senza contare che la legge dovrà passare l’esame anche della Bce.
Ora, però, dopo l’annuncio di Saccomanni è il momento degli interrogativi tecnici e politici come quelli che ha subito posto il capo dei deputati del Pdl, Renato Brunetta, che a suo tempo, fondando il calcolo sugli utili, aveva ipotizzato per la Banca d’Italia un valore tra i 23 e i 25 miliardi con relativa imposta da 5 miliardi di euro. E dunque Brunetta ha chiesto innanzitutto trasparenza sul modo di calcolo seguito per stabilire il tetto dei 7 miliardi al valore dell’Istituto di via Nazionale, che sarebbe a suo dire sproporzionato, perché troppo basso rispetto all’ammontare degli utili, per non parlare del patrimonio.
C’è da dire a proposito che da Palazzo Koch è sempre arrivata la precisazione sulle particolari caratteristiche di indipendenza della banca centrale nonché sul ruolo anomalo dei partecipanti al suo capitale che non influiscono minimamente nella gestione istituzionale della Banca e che quindi non hanno alcun ruolo o merito — e quindi titolo per rivendicarlo — nel suo incremento di valore.
Ma gli elementi che gli esperti del ministero di via XX Settembre devono ancora definire sono anche altri, come l’aliquota dell’imposta straordinaria sulle rivalutazioni, che potrebbe, come suggeriscono le stesse banche, essere assimilata a quella, il 16%, dei beni di impresa fornendo un gettito fino a 1,12 miliardi.


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