Banche e assicurazioni “incubi” delle famiglie
PRESTITI, mutui e polizze Rc auto. Ecco i tre incubi delle famiglie italiane evocati dal Rapporto 2013 di Cittadinanzattiva: una bella fetta (il 20%) dei quasi diecimila reclami dell’ultimo anno, arriva proprio dai clienti di banche, finanziarie e compagnie di assicurazione. A fare la parte del leone i primi (73%), con le principali criticità riscontrate nel credito al consumo, inasprite rispetto all’anno precedente: il maggior numero di lamentele (42%) riguarda ancora la mancanza di trasparenza dei contratti nei prestiti finalizzati all’acquisto di un bene specifico. Nel caso invece di un prestito personale vengono richieste garanzie eccessive che di fatto precludono l’accesso al credito. Problemi ci sono anche per chi il credito l’ha ottenuto: nel 24% dei casi le lamentele riguardano il sovraindebitamento (in Italia il 5% delle famiglie non riesce a pagare le rate), dovuto sì alla perdita del lavoro, ma anche a pratiche commerciali scorrette degli istituti.
La situazione non migliora nel capitolo mutui, benché sia diminuito il tasso di reclami dal 31 al 21% (forse perché si rinuncia in partenza a comprare la casa): è passata dal 16 al 35% la percentuale di famiglie che ha chiesto informazioni sull’accesso alle misure anticrisi (sospensione delle rate, agevolazioni per i giovani nell’acquisto della prima abitazione). A lamentarsi sono cassintegrati che dopo due mesi dalla richiesta di sospensione non hanno ancora concluso la pratica; clienti ai quali non è stato comunicato in anticipo il tasso applicato alle rate sospese, scoprendolo solo al momento della conclusione della pratica; persone a cui la sospensione è stata negata perché i mutui a tasso fisso non rientrano nelle agevolazioni. Tutti nodi che un semplice cittadino non riesce a sciogliere da solo. Non resta che pagare, finché il conto corrente regge. Ma regge sempre meno, gravato da rate sempre più salate per le pratiche delle banche che, di fatto, obbligano a comprare polizze vita legate al mutuo o ad aprire un nuovo conto corrente.
Assicurazioni e banche vanno a braccetto quando si parla di pratiche scorrette. Le compagnie godono tra l’altro di un vantaggio sul mercato, ossia l’obbligatorietà dell’Rc auto, che in Italia costa più del doppio che in Francia e Portogallo. E infatti la voce “aumento polizza” è ancora la più gettonata delle lamentele (25,6%) insieme a quelle per il recesso, in crescita del 3,6%. Ma attenzione, un terzo delle segnalazioni riguardano il “rifiuto da parte dell’assicuratore di stipulare la polizza” e non dell’assicurato: la compagnia si rifiuta di assicurare il guidatore “virtuoso” perché non conveniente e propone una nuova polizza con un premio più alto. L’alternativa è rivolgersi altrove, spendendo di più. O magari ricorrere al web, anche se Cittadinanzattiva segnala compagnie che non rispettano il preventivo ottenuto su tuopreventivatore. it, accessibile dai siti dell’Ivass e del ministero dello Sviluppo economico. Cittadinanzattiva ci tiene a precisare che questi dati «non essendo esaustivi, evidenziano limiti, ingiustizie, disservizi che gravano sul nostro Paese». La cui ricchezza non è generata da banche e assicurazioni ma dai cittadini. Che troppo spesso non hanno voce.
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