by Sergio Segio | 29 Ottobre 2013 8:15
A Roma in Monte di Pietà – assicurano – persino meno, se nella splendida piazza a due passi da Campo de’ Fiori pullulano una serie di Compro oro uno accanto all’altro. A Milano, in viale Certosa 92, bisogna solo attraversare la strada: dallo sportello del credito su pegno di Ubi c’è solo lo spartitraffico a delimitare la corsia degli autobus. «Disimpegno polizze». Due parole ammiccanti sull’insegna, 20 euro circa al grammo e la polizza appena stipulata (e con sé la catenina regalata dalla mamma ormai defunta) lasciata nelle mani di chi ha soldi contanti e la necessità di lucrare con un modello simile al trading online: veloce, immediato, pronto a spuntare possibili plusvalenze in base alle quotidiane oscillazioni del valore dell’oro. Poco importa che l’anello appena riscattato venga fuso in un batter di ciglia (nonostante la normativa anti-riciclaggio prescriva un lasso di tempo di 15 giorni).
Dice Franco Stramezzi, responsabile del settore per Unicredit, che più di segnalare alle autorità non si può, ma certo colpisce come nelle vicinanze degli sportelli del credito su pegno delle banche di tutta Italia ci sia sempre (fateci caso) un Compro oro che è proprio lì a far da indotto. In altre parole: succede che si abbia bisogno di una liquidità immediata per far fronte a una spesa imprevista. Il conto corrente langue, mentre ottenere un prestito risulta complicato per la mancanza di garanzie sufficienti. Così non resta che «impegnare» l’oro di casa negli sportelli degli istituti che fanno questo servizio antichissimo (Unicredit ha agenzie in diverse parti d’Italia, ora sta aprendo anche a Genova e Torino, Ubi Popolare Commercio e Industria è attiva soprattutto in Lombardia, Intesa Sanpaolo ne ha sei, da Venezia a Napoli). Lasciato il monile, il funzionario fornisce una polizza al portatore (la si può trasferire come si fa con un normale libretto) riconoscendo per il metallo più prezioso circa undici euro al grammo (mediamente l’80% della valutazione dell’oggetto, frutto del combinato-disposto del valore in sé e della domanda presunta del mercato). Poi con tassi d’interesse annuali che oscillano dal 6,5% al 11% a seconda delle banche si provvederà a rimborsare il prestito oppure – ma succede molto raramente (nel 5% dei casi circa) – il bracciale della nonna andrà all’asta per essere venduto al migliore offerente.
Peccato questo schema venga inficiato sempre più spesso dalla concorrenza dei Compro oro che ingolosiscono chi è appena uscito dalla banca riconoscendo qualche centinaio di euro in più in cambio della polizza appena stipulata. E a quel punto l’oggetto è perso. Spiega Stramezzi che il credito su pegno «serve a dare liquidità a chi sta fronteggiando un’emergenza e al tempo stesso permette di conservare l’oggetto impegnato potenzialmente all’infinito» (ma gli interessi vanno comunque pagati). Aggiunge Sergio Cavagna, 80 anni, memoria storica di Ubi e gemmologo di professione, che la Grande Crisi non sta provocando capannelli fuori dalle agenzie, ma è pur vero che si assiste a un lento ma inevitabile cambiamento della clientela: «Prima venivano da noi persone a rischio povertà, ora vengono tutte le classi sociali. Come se la prospettiva di soldi immediati senza troppi perché sia ormai trasversale». Tale da coinvolgere – segnala Stramezzi – anche «piccoli imprenditori e professionisti alle prese con il fisco e il pagamento degli stipendi dei dipendenti». A questo tema se ne sovrappone un altro che investe il terreno della formazione. Dice Cavagna, ma è umore diffuso anche in altri istituti di credito, come sia sempre più complicato trovare giovani estimatori capaci di valutare un prezioso. Proprio ora che – rileva Stramezzi – la qualità degli oggetti impegnati sia più bassa e le imitazioni (come nel caso degli orologi) più sofisticate. Così ci si trova di fronte al paradosso che la clientela di massa finisce per rivolgersi agli oltre 30 mila Compro oro con il rischio di bilance taroccate ed estimatori di dubbio valore, mentre le banche sono a corto di personale per il loro servizio.
Fabio Savelli
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