I veleni e i sospetti di Bruxelles «Controllate le liste passeggeri»

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La presa di posizione è stata espressa durante l’ultima riunione bilaterale con gli esponenti dell’Unione Europea nell’ambito delle trattative per la protezione degli stessi dati avviate dopo le rivelazioni della «talpa» Edward Snowden. Ha un nuovo e clamoroso risvolto la guerra di spie che sta avvelenando i rapporti tra Paesi. Anche perché c’è il sospetto forte che l’Nsa, la National Security Agency, possa aver catturato non soltanto le informazioni relative a telefonate, mail e sms, ma anche quelle su carte di credito e liste passeggeri dei voli internazionali. Il clima è talmente teso da aver convinto le autorità della Ue a disporre ogni trenta giorni «bonifiche» negli uffici ritenuti più sensibili.
«Scambio tra provider»
È il 24 settembre scorso, a Bruxelles si incontrano la delegazione Usa e quella della Ue. Circa venti persone, per l’Italia è presente Biagio Cimini, magistrato che fa parte del team tecnico. Altre due riunioni ci sono già state l’8 e il 25 luglio.
L’obiettivo dell’Europa è evidente: scoprire quante e quali informazioni acquisiscono gli americani, cercare un accordo per riuscire a fermare o quantomeno controllare il flusso dei dati. Ma è un negoziato che appare destinato al naufragio, come hanno spiegato quel giorno i rappresentanti di James Clapper, il capo dei servizi segreti Usa.
Non ci sono stati tentennamenti nell’esprimere la posizione di Washington: «Lo scambio tra 007 statunitensi ed europei è tale e continuo che entrambi sono provider dell’altro, quindi non si può andare oltre rispetto alla consegna di informazioni». Un’accusa durissima e pesante ripetuta in queste ultime ore, che adesso toccherà soprattutto agli apparati di sicurezza di Italia, Spagna, Francia e Germania riuscire a smentire.
Voli e carte di credito
In realtà in quella stessa sede i partecipanti hanno avuto la sensazione che di ben più ampia portata potrebbero essere le intrusioni degli 007 statunitensi e proprio questo alimenta il sospetto su una collaborazione dei servizi «collegati».
Sono le stessi leggi americane a vietare all’Nsa di poter acquisire notizie relative alle liste passeggeri degli aerei e agli utilizzatori di carte di credito. Eppure i delegati non hanno potuto escludere che ciò avvenga, riservandosi di fornire una risposta il 18 novembre quando a Washington arriverà Cecilia Malmström, responsabile degli Affari Interni della Commissione Europea guidata da José Manuel Barroso.
L’atteggiamento dei rappresentanti Usa non è mai stato morbido in questa trattativa che dovrebbe concludersi il 6 novembre con il rapporto finale da consegnare al Parlamento e alla Commissione Europea.
Per sedersi al tavolo hanno posto condizioni precise e non negoziabili: nessuna verbalizzazione degli incontri; discussione limitata alla «cornice giuridica» relativa all’acquisizione dei dati e non ampliata ai contenuti.
Solo su un punto hanno mostrato di volersi sbilanciare: «Gli Usa non hanno mai fatto spionaggio economico». Affermazione che non basta a rassicurare, soprattutto visto quel che sta emergendo ormai da mesi.
La convocazione di Letta
Proprio di questo si parlerà questa mattina durante il comitato interministeriale convocato d’urgenza dal presidente del Consiglio Enrico Letta dopo le accuse di spionaggio politico su alcuni personaggi istituzionali europei — prima fra tutti la cancelliera Angela Merkel — e l’accusa dell’Unione Europea contro la Russia di Vladimir Putin che al termine dell’ultimo G20 di San Pietroburgo avrebbe consegnato ai componenti delle delegazioni internazionali chiavette Usb e cavi per la ricarica degli smartphone. Una vicenda che ha fatto salire ulteriormente la tensione, in una situazione già segnata da numerosi attriti.
Risale a mesi fa la disposizione degli uffici addetti alla sicurezza delle personalità europee di sottoporre a «debriefing» tutti i partecipanti agli incontri internazionali. Il sospetto è che in quelle occasioni ci possa essere scambio di materiale riservato che sfugge ai controlli e dunque si è decisa questa particolare forma di protezione, unita a una precauzione ritenuta fondamentale per poter salvaguardare le informazioni «sensibili»: sottoporre a bonifica mensile gli uffici delle personalità e degli alti funzionari.
Fiorenza Sarzanini


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