by Sergio Segio | 30 Ottobre 2013 7:31
NEW YORK — A lungo presa sottogamba negli Usa, la crisi di fiducia che scuote il rapporto con gli alleati dopo le rivelazioni sull’estensione dello spionaggio della Nsa arrivato fino al cellulare di Angela Merkel, sta cambiando l’atteggiamento della Casa Bianca e sta facendo emergere nuove sensibilità in Congresso. È da prima dell’estate che Barack Obama promette una revisione della materia, ma fin qui ben poco era successo. Le scosse degli ultimi giorni, però, stanno ora producendo mutamenti sostanziali.
Il primo segnale è venuto l’altra notte dalla senatrice Dianne Feinstein, il potente capo della Commissione del Congresso che sorveglia le attività Usa di intelligence. La parlamentare democratica aveva fin qui sempre difeso a spada tratta i servizi segreti, ma dopo le rilevazioni sullo spionaggio dei leader europei amici degli Usa ha cambiato registro: «Totalmente inaccettabile», ha tuonato dopo un colloquio con Obama. «Il presidente cambierà tutto».
La Casa Bianca ha cercato di placare i malumori della Nsa, che si sente «scaricata» dal governo, definendo «non accurata» la ricostruzione della Feinstein. Ma la portavoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale di Obama, Caitlin Hayden, pur ridimensionando il senso dell’esternazione della senatrice, ha confermato per la prima volta in modo dettagliato che alcune modifiche sono state già decise ed è in corso un riesame generale della materia che sarà completato entro la fine di dicembre. Nessuna richiesta alla Nsa di «staccare la spina» dello spionaggio nel Paesi alleati, ma alcune cose sono state già cambiate: «Cambiamenti individuali che non possiamo descrivere in dettaglio».
Lo stesso Obama ha confermato, con alcune battute durante un’intervista televisiva, che la revisione delle procedure di intelligence è in corso. Sortita che non gli ha evitato l’ironia pesante delle trasmissioni televisive satiriche e le critiche della stampa per l’allungarsi della serie di giustificazioni accampate dalla Casa Bianca a base di «non sapevamo»: prima sull’Irs, il Fisco Usa, che riservava un «trattamento speciale» alle organizzazioni della destra radicale, poi l’impreparazione della Pubblica amministrazione ad affrontare gli adempimenti tecnici della riforma sanitaria, infine lo spionaggio dei cellulari dei leader europei.
I cambiamenti che ora si delineano non devono essere di poco conto e maturano in un clima ormai pesante per i servizi segreti se la Nsa ha fatto trapelare il suo malessere sul Los Angeles Times e poi ha fatto arrivare al sito specializzato The Cable un messaggio di scoramento per la sortita della Feinstein: «Siamo fottuti: le cose si mettono male se anche i pochi amici che hai si dileguano nella notte senza nemmeno lasciare un indirizzo».
I capi di servizi che sono comparsi ieri davanti al Congresso per un’audizione, sono stati ovviamente assai più istituzionali. Ma il generale Keith Alexander, direttore della Nsa, dopo aver respinto le accuse degli europei — cercando, anzi, in alcuni casi, di rovesciarle sugli alleati — ha manifestato il disagio per le critiche che stanno piovendo su un corpo che, ha detto, lavora con abnegazione per difendere l’America e ritiene di aver operato sempre nel pieno rispetto delle leggi.
Massimo Gaggi
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