«Milioni di telefonate spiate in Italia» Lite Berlino-Usa

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BERLINO — «Chi è esattamente questa donna?», si chiedeva Barack Obama. Ascoltare le telefonate e leggere gli sms di Angela Merkel poteva essere un modo efficace per capirlo, se è vero, come ha scritto ieri la Bild am Sonntag, che il presidente era a conoscenza fin dal 2010 del controllo cui era sottoposta la Cancelliera. Secondo l’edizione domenicale del quotidiano, che cita fonti dei servizi segreti Usa, era stato il capo della National Security Agency, Keith Alexander, a informare tre anni fa l’inquilino della Casa Bianca del programma di intercettazioni. «Obama non ha messo fine a questa operazione ma al contrario l’ha lasciata proseguire», avrebbe ammesso, parlando con il giornale tedesco, una fonte all’interno della Nsa. Ieri sera l’Agenzia ha smentito, negando qualsiasi colloquio tra il presidente e Alexander riguardante la Cancelliera. Intanto,il ministro degli Interni del governo di Berlino, Hans-Peter Friedrich, avverte che lo spionaggio è un reato e che i «responsabili dovranno risponderne alla giustizia». Anche l’Italia sotto controllo: secondo i dati del sito web Usa «Cryptome», nel giro di un mese raccolti e controllati 46 milioni di «metadati» (numeri chiamati, durata delle telefonate, identità di ricevente e chiamante).
Le ricostruzioni della Bild am Sonntag e la cover story del settimanale Der Spiegel , che era stata anticipata in molti punti sabato (con la notizia secondo cui i controlli sarebbero iniziati già nel 2002), forniscono un quadro sempre più dettagliato di una vicenda che rischia di pesare in maniera significativa sul futuro dei rapporti tra Berlino e Washington. Viene chiamato in causa anche il predecessore di Obama, George Bush, e coinvolto anche l’ex cancelliere Gerhard Schröder che sarebbe stato controllato dalla Nsa anche alla luce della sua opposizione all’operazione militare in Iraq.
Stando a queste nuove rivelazioni, dopo che giunse il via libera del presidente, i servizi segreti Usa fecero compiere un salto di qualità alle operazioni di controllo, estendendo il proprio raggio d’azione non solo al telefono portatile «di partito», messo a disposizione dalla Cdu, ma anche a quello ufficiale, criptato. Venivano letti anche gli sms della Cancelliera. L’unico apparecchio fuori della portata degli spioni Usa era il telefono fisso con cui avvengono generalmente le conversazioni con gli altri capi di governo.
Mentre la tempesta invece di diminuire d’intensità aumenta, il governo tedesco cerca di affrontare lo scandalo facendo tutti gli sforzi possibili per non apparire troppo debole nei confronti degli americani, senza naturalmente mettere in discussione i rapporti di partnership che legano i due Paesi. Si fa sentire anche la spinta dell’opinione pubblica. Secondo un sondaggio Emnid, tre tedeschi su quattro vorrebbero che Obama si scusasse con Angela Merkel, mentre il 60% degli interpellati è convinto che lo spionaggio statunitense abbia provocato un grave danno alle relazioni bilaterali. Al duro avvertimento di Friedrich si è aggiunta la posizione altrettanto ferma del ministro degli Esteri Guido Westerwelle, secondo cui i fatti «altamente dannosi» di cui si è avuta notizia «minacciano di minare i legami che ci tengono insieme». La legge tedesca, ha aggiunto, deve essere rispettata anche «da diplomatici e ambasciate». Uno dei dirigenti della Spd, Thomas Oppermann, ha definito «inevitabile» una commissione parlamentare d’inchiesta.
Paolo Lepri


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