Tramonta la sussidiarietà, tornano gli ultras tirolesi
TRENTO. Urne aperte dalle 7 alle 22 nella regione «speciale» che coniuga autonomia e bilinguismo, sommando due consigli provinciali (eletti con sistemi diversi) in quello regionale. In Trentino votano in 416.707 con un Porcellum che premia il candidato presidente vincente, soprattutto se supera il 40%. In lizza 784 candidati (295 donne) in 24 liste e 11 aspiranti eredi del «sistema Dellai». In Alto Adige funziona ancora il vecchio sistema: nei seggi sono attesi in 400.958, ma la nomina del nuovo presidente di Bolzano spetterà poi al consiglio. Sono 424 i candidati in 14 liste per definire il dopo-Durnwalder. Un test locale che risente del clima nazionale. L’astensionismo rischia di essere il partito vincente e il «ciclone Grillo» dimostra ancora di calamitare l’attenzione della gente in piazza. Comunque si girerà pagina: a Trento il «sistema» della sussidiarietà comincia a scricchiolare e a Bolzano resuscitano gli ultras tirolesi.
Sulla carta, ci si aspetta la vittoria di Ugo Rossi del Partito autonomista trentino-tirolese e di Arno Kompatscher della Südtiroler Volkspartei. Scenario che il Pd può tradurre strategicamente nell’intesa che diventa economia assistita, nella «sinergia» con banche e finanza. In perfetta continuità con il governo Letta, qui le larghe intese sono all’opera da decenni. E sostengono le ultime operazioni: l’alta velocità parallela all’autostrada, il Progetto Manifattura di Rovereto, la gestione delle residenze per anziani o le partite immobiliari dell’Università. Il centrodestra «italiano» si affida a Elena Artioli sostenuta da Forza Italia, Lega, Team Autonomie. In alternativa c’è il Pd con il capolista Christian Tommasini o il M5S che punta su Paul Köllensperger.
A Trento, tramonta Dellai: 8 anni da sindaco e 13 da presidente della provincia. Dalla vecchia Dc dorotea ha surfato nell’invenzione ante litteram della Margherita e nel 2008 ha fondato Unione per il Trentino, prima di farsi nominare a Montecitorio da Sc. Ora tocca a Ugo Rossi del Patt, assessore alla sanità. Guida la coalizione di centrosinistra che il Prc ha combattuto anche a colpi di carte bollate fra Procura e Corte dei Conti. Paradossalmente, nelle urne si sfidano da opposte barricate i «figli» naturali del potere trentino: Silvano Grisenti con Progetto Trentino e Diego Mosna, presidente del gruppo Diatec nella versione civica. Sinistra di nuovo divisa: Emilio Arisi (Sel) letteralmente a metà del guado, mentre Ezio Casagranda (Prc) interpreta la «resistenza» che ancora si annida nelle valli. Guida le 5 Stelle (il 20% alle politiche) Filippo Degasperi. L’ex coordinatore regionale Pdl Cristiano De Eccher corre con Fratelli d’Italia in concorrenza a ciò che resta dei berlusconiani e della Lega.
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