“La tomba di Priebke in una località segreta”

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ROMA — Erich Priebke, il mistero sulla sepoltura non si dirada. A nove giorni dalla morte del boia delle Fosse Ardeatine, non vi è alcuna certezza su dove sarà tumulata la salma. «Abbiamo raggiunto un accordo con le autorità, Priebke sarà sepolto in un luogo segreto, in Italia o in Germania » diceva ieri Paolo Giachini — l’avvocato dell’ex Ss e rappresentante della sua famiglia — a cui venerdì il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro aveva notificato un aut aut: una soluzione entro 24 ore o ci avrebbe pensato il governo. Restavano escluse Roma e provincia come possibili luoghi della sepoltura, per decisione dello stesso prefetto che non vuole una nuova Predappio in salsa laziale. «Stiamo valutando con la famiglia. Vagliamo le possibilità, ma non abbiamo né tempi né luoghi» rispondevano in Prefettura, con sfumature evidentemente diverse rispetto alle parole prontamente consegnate da Giachini alle agenzie. Lo stesso avvocato aveva detto che erano 37 soltanto dall’Italia e numerose dalla Germania le offerte di tumulazione tra privati e Comuni arrivate per accogliere le spoglie di Priebke.
Il passo successivo è arrivato dall’ambasciata tedesca a Roma, intervenuta dopo le parole di Giachini: «Per quanto ci riguarda finora, nella giornata di oggi, non abbiamo avuto nessuna telefonata da parte del legale della famiglia di Priebke e non è arrivata nessuna richiesta». Quindi più Italia che Germania, ma dove resta un mistero. Sembra perdere peso l’ipotesi della cremazione, mentre la salma resta all’aeroporto militare di Pratica di Mare, dove nessuno tra gli ufficiali dell’Aeronautica militare ammette di averla vista direttamente.
«Questa — aveva detto Giachini riferendosi alla notizia dell’eventuale località della sepoltura — è l’ultima cartuccia che posso sparare». Sarà difficile che la salma trovi spazio nella tomba di famiglia a Rovere Veronese del cardiochirurgo di Brescia Antonio Negri, che pure ieri si è offerto di accoglierla: il Sindaco Fabio Erbisti ha detto subito no dicendo che non è possibile per persone che non abbiano rapporti di parentela con i titolari delle tombe e, soprattutto, di non volere nel paese un esodo di estremisti in visita.
Ieri però è stata anche la giornata dell’omelia pro Priebke tenuta a Paese, nel Trevigiano, da don Floriano Abrahamowicz, religioso negazionista lefebvriano, della stessa congregazione che martedì scorso ad Albano avrebbe dovuto ospitare le esequie di Priebke. «Le leggi orrende della guerra ancorate nel diritto internazionale non sono colpa del semplice soldato. Il requiem per Priebke è un atto dovuto in quanto lui è morto da cattolico. È stato peccatore, ma non criminale di guerra». Il sacerdote, che frequentava Priebke, ha preso le distanze
«da tutti (certi tradizionalisti compresi) che ritengono che Erich Priebke sia colpevole delle rappresaglie avvenute alle Fosse ardeatine. È per riparare a questa menzogna e calunnia nei suoi confronti che desidero larga diffusione di questo requiem. Lui mi disse: avranno la mia vita, ma non il mio onore». Ad assistere al requiem c’erano quaranta persone.


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