Già sparito l’«effetto crisi»: centrodestra di nuovo avanti Pd in calo di oltre 4 punti
Dopo le dimissioni dei ministri, la crisi annunciata e la bagarre in Senato, il centrosinistra (36,4%) aveva superato il centrodestra (34%) nel termometro elettorale. Ora, a una sola settimana di distanza, le parti si sono di nuovo invertite. Il Pd cala di oltre 4 punti percentuali, passando dal 31,2 al 27, e la coalizione si attesta — grazie anche a un passo in avanti di Sel al 5,1 — al 32,9. Il centrodestra recupera quasi un punto e mezzo e arriva al 35,4 (era al 34), tornando ai livelli pre-voto, nonostante un Pdl ancora in lieve flessione al 24,6%. Tra gli altri partiti, i Cinque Stelle ritornano ai valori di inizio ottobre, intorno al 20%, mentre i centristi recuperano qualche decimale, arrivando al 6,3% (con Scelta civica al 5,1%). Anche per quello che concerne la fiducia nell’esecutivo si ripropone un ritorno ai livelli pre-voto di fiducia, con valori che si attestano intorno al 48%: «Si ripropone il tema di una soluzione governativa che raccoglie un gradimento legato soltanto alla preoccupazione del salto nel buio ma continua a convincere poco l’opinione pubblica». Anche la credibilità dei partiti è in calo. Il Pd, da dicembre 2010 a oggi, «ha due momenti positivi in concomitanza dell’avvento del governo Monti, ritenuto più lontano dal centrodestra in quanto sostituiva Berlusconi, e all’avvio del governo Letta», il Pdl «segnala un calo che si interrompe con il risultato elettorale, superiore alle attese, ma si aggrava con le vicende recenti», i Cinque Stelle, dopo il picco toccato in aprile (quando insidiavano il Pd), torna ai valori di dodici mesi fa, mentre «la Lega Nord presenta un calo, e nell’ultimo anno una stabilizzazione in una posizione debole».
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