“Clandestinità, il reato deve restare” Grillo sconfessa i suoi senatori la Rete si ribella: “Come i leghisti”

by Sergio Segio | 11 Ottobre 2013 8:46

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MILANO — Un anatema in piena regola, perché «il M5S non è nato per creare dei dottor Stranamore in Parlamento senza controllo». Firmato Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, fondatori, leader e detentori del logo a Cinque Stelle. Tutto nasce dopo l’approvazione dell’emendamento proposto da Andrea Cioffi e Maurizio Buccarella (e votato da Pd e Sel) che abolisce il reato di clandestinità. La sconfessione è spiegata così. Primo: «Se durante le elezioni politiche avessimo proposto il provvedimento il M5S avrebbe ottenuto percentuali da prefisso telefonico». Secondo: «Sostituirsi all’opinione pubblica, alla volontà popolare è la pratica comune dei partiti che vogliono “educare” i cittadini, ma non è la nostra ». Terzo: «L’emendamento non è stato discusso in assemblea con gli altri senatori del M5S, e non faceva parte del programma », anche perché sull’immigrazione non c’era scritta una riga.
Con la tragedia di Lampedusa ancora fresca e con la natura di un movimento «né di destra né di sinistra» ancora incerta, il post ha finito per creare un putiferio all’interno del variegato mondo grillino: 14mila condivisioni, quasi 3mila commenti. Di tutti i tipi, sia di sdegno («Siete come Casapound») che “forcaioli” («E ora cacciate i due senatori»). Fuori, una lunga serie di distinguo, anche eccellenti, tra gli eletti, i “portavoce” del M5S. Basta citare i due uomini più in vista del movimento, entrambi considerati fedelissimi del Capo. Alessandro Di Battista, che solo tre giorni fa si era detto favorevole all’abolizione della Bossi-Fini, preso in contropiede ha spiegato che «l’errore più grande che ha fatto Beppe è che non è stato presente, in questi mesi lo è stato sempre meno. Si deve fare vedere di più». E poi il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio: «Personalmente sono per l’abolizione del reato di clandestinità, non serve a niente».
Contraddizioni che scatenano destra e sinistra. Con Maurizio Gasparri che annota come «perfino Casaleggio boccia le follie 5 Stelle. Correggere subito il tiro», e con il capogruppo del Carroccio al Senato Massimo Bitonci che ne approfitta: «Ora i grillini firmino il nostro emendamento che ripristina il reato di immigrazione clandestina». Dall’altra parte, Nichi Vendola commenta «Bossi- Calderoli, Grillo-Casaleggio. Sul dramma immigrati cercate le differenze, se le trovate», mentre il segretario del Pd Guglielmo Epifani ragiona: «Spero che i Cinque Stelle confermino la scelta del Senato, sennò è il teatro dell’assurdo. Chissà se rafforzeranno una propria autonomia oppure se confermeranno di essere eterodiretti».
Nel frattempo, sul blog di Grillo è apparso un altro post dal titolo “Qualche precisazione sul metodo M5S”. Eccole: «In caso di nuove leggi di rilevanza sociale non previste dal programma queste devono essere prima discusse in assemblea dai proponenti e quindi proposte all’approvazione del M5S attraverso il blog. In caso di approvazione, i nuovi punti saranno inseriti nel programma e per la successiva consultazione elettorale». Ma non basta per ricucire la spaccatura, anzi. Poco dopo il senatore del M5S Giuseppe Vacciano posta su Facebook una foto del verbale di una riunione dei senatori grillini che avevano discusso e dato il via libera «con acclamazione » (scrive) alla proposta incriminata. È la rete bellezza, prima ti crea e dopo rischia di distruggerti.

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