I vantaggi di un iter lungo L’affidamento scatterà soltanto in primavera

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E niente per molto tempo: perché, prima che sia fissata l’udienza di vaglio della richiesta e prima dunque che l’ex premier inizi a scontare con questo percorso alternativo la sua pena residua di 1 anno , passeranno ancora molti mesi. Non prima del 2014 inoltrato, ragionevolmente in primavera. Fino al prossimo 15 ottobre Berlusconi, in base alle stesse norme sulle misure alternative al carcere che al 30 settembre scorso valevano per 10.755 condannati a scontare pene inferiori in concreto ai 3 anni, ha tempo per scegliere come desidera che sia data esecuzione alla porzione di pena (1 anno) sopravvissuta alla cancellazione (in forza dell’indulto del 2006) di 3 dei 4 anni inflittigli dalla Cassazione in agosto per frode fiscale nel processo sui diritti tv Mediaset.
Se nulla chiederà, l’ex premier, in base a un’altra legge valida per tutti, fatta prima dal ministro della Giustizia Alfano e poi ampliata dal ministro Severino per le pene fino a 18 mesi, non andrà comunque in carcere, ma rimarrà i suoi 12 mesi in detenzione domiciliare, impossibilitato a gestire il proprio ruolo politico e qualunque altra attività.
Ecco perché è molto più probabile che prima del 15 ottobre chieda davvero l’affidamento in prova ai servizi sociali. L’istituto, da non confondere con i «lavori socialmente utili» che sono invece pene direttamente inflitte dai giudici per alcuni tipi di reati minori, consiste per lo più nel rispetto di blande prescrizioni accompagnate da qualche ora al giorno di impegno lavorativo nell’ente che egli stesso vorrà proporre al Tribunale di sorveglianza.
Il via libera dei giudici appare scontato, ma poi Berlusconi non dovrà sottovalutare (pena la sospensione o addirittura la revoca del beneficio) il rispetto delle prescrizioni-standard: a cominciare dal divieto di frequentare pregiudicati. Non potrà uscire di casa dopo le 11 di sera e prima delle 6 del mattino, né viaggiare all’estero (gli è stato ritirato il passaporto) o di notte, né uscire dalla regione del luogo dove ha stabilito residenza: qualunque eccezione per gravi necessità dovrà essere documentata e fatta autorizzare dall’Ufficio esecuzione pene (Uepe) con il quale, da condannato, dovrà «mantenere contatti e relazionarsi con l’assistente sociale designato».
L’affidamento in prova, che Berlusconi dovrà chiedere e ottenere a Milano (sede dell’ultima sentenza di merito) ma potrà poi eseguire a Roma dove ha trasferito la residenza, per essere ottenuto non impone al condannato l’obbligo di formali rivisitazioni autocritiche del proprio operato delinquenziale: il cambio di prospettiva sui propri comportamenti è piuttosto il contenuto stesso del percorso alternativo al carcere intrapreso con l’affidamento in prova ai servizi sociali, tanto che appunto alla fine della prova il Tribunale di sorveglianza o dichiara estinta la pena se l’affidamento ha avuto esito positivo, oppure certifica il fallimento del progetto e a quel punto fa rivivere la pena (tutta o in parte) che il condannato dovrà scontare in via ordinaria.
Ma tutto questo orizzonte è destinato a iniziare a profilarsi soltanto verso primavera 2014. Infatti nel Tribunale di sorveglianza di Milano il tempo di fissazione dell’udienza necessaria a valutare le richieste di affidamento in prova dei condannati in libertà sfiora in media un anno. E quand’anche Berlusconi chieda (come gli è consentito) una corsia più celere, l’udienza, per quanto il Tribunale possa cercare di anticiparla, non si terrà prima di alcuni mesi, durante i quali dunque Berlusconi resterà libero in attesa delle decisioni giudiziarie sulla esecuzione della sua pena. Arriverà sicuramente prima l’Appello (19 ottobre) e forse anche la Cassazione del ricalcolo (da 1 a 3 anni, invece di 5) dell’interdizione dai pubblici uffici.
Luigi Ferrarella


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