Vodafone lascia Verizon, per 130 miliardi

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NEW YORK — Verizon Wireless diventa tutta americana. È stato raggiunto l’accordo fra Vodafone e Verizon per la maxi cessione — pari a 130 miliardi di dollari — del 45% della joint venture in possesso degli inglesi. I due colossi delle telecomunicazioni, secondo quanto riporta il “Wall Street Journal”, dopo alcuni giorni di trattativa serrata, avrebbero raggiunto un’intesa i cui termini dovranno però essere approvati dai rispettivi consigli di amministrazione. In serata Vodafone, pur ammettendo «colloqui in fase avanzata», ha precisato «che non c’è certezza che un accordo finale verrà raggiunto». La trattativa, cominciata anni fa, aveva subito un’accelerazione nei mesi scorsi, ma sembrava essersi arenata, ancora una volta, per questioni di prezzi.
Il matrimonio tra Verizon e Vodafone comincia alla fine degli anni Novanta, quando le due aziende si uniscono per creare un asse anglo-americano per le telecomunicazioni. A differenza dell’Europa, il mercato della telefonia mobile non è ancora esploso in America e l’alleanza con uno dei più forti operatori del Vecchio continente appare la scelta migliore in prospettiva.
Verizon punta fin dai primi mesi successivi all’accordo a prendersi il 100% di Verizon Wireless, ma il tavolo delle trattative viene abbandonato più volte per l’incapacità degli americani di raccogliere il denaro necessario per l’accordo mentre gli inglesi sono frenati dall’idea di dover pagare miliardi di dollari di tasse.
Diversi i fattori che hanno sbloccato lo stallo negli ultimi mesi. L’aumento dei tassi di interesse e una maggiore competizione nel mercato statunitense hanno portato le grandi banche internazionali a vedere di buon occhio l’operazione. Secondo l’agenzia Bloomberg, Verizon ha messo insieme almeno sei istituti di credito che hanno fornito circa 10 miliardi ciascuno. La reazione favorevole dei mercati – con forti rialzi per i titolo – all’indomani delle prime indiscrezioni sulla possibile acquisizione ha dato il colpo finale alla decisione, che appare estremamente favorevole per Vodafone (l’offerta iniziale di Verizon era di 100 miliardi di dollari).
Oggi è festa negli Stati Uniti e bisognerà, dunque, aspettare martedì per conoscere la reazione di Wall Street a quella che rappresenta la terza acquisizione più importante della storia. Le altre due risalgono entrambe a 13 anni fa, quando la stessa Vodafone comprò l’operatore di telefonia mobile tedesco Mannesmann e, pochi mesi dopo, il provider di servizi internet Aol acquistò per 160 miliardi di dollari – record assoluto – la Time Warner. E se negli Stati Uniti l’acquisizione non ha suscitato grande emozioni (il sito Slate l’ha definito “noioso”) per le scarse conseguenze che potrebbe avere sul mercato americano, l’impatto europeo dell’accordo è stato definito “colossale”: l’acquisizione di Verizon Wireless da parte di Verizon porta, infatti, in Europa una quantità di denaro, la maggior parte liquido, che potrebbe dare un po’di fiato al settore. Motivo per cui, scriveva sabato il Financial Times, “gli investitori britannici si stanno leccando i baffi davanti alla previsione di un’enorme caduta di denaro dal cielo”.
Al tavolo dei festeggiamenti ci sarebbe anche l’Italia, se nell’accordo rientrerà – come sembra – la vendita agli inglesi della quota Verizon del 23% di Vodafone Italia, che vale circa 4 miliardi di euro. Se l’intesa sarà raggiunta, Vodafone – in base alle stime di Nomura – potrebbe distribuire un dividendo speciale di 30 miliardi di dollari e portare il debito netto in linea con l’ebitda. Un’operazione che – se confermata – rappresenterebbe, a detta di molti analisti, un successo per il nostro Paese: la vendita infatti consentirebbe a Vodafone, il secondo operatore al mondo di telefonia cellulare dopo China Mobile, di contare su risorse per rafforzare le sue attività core in Europa, che hanno incontrato difficoltà in seguito alla crisi.


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