Svezia, schedati 4 mila rom
Il documento compilato dalla polizia di Skane, nel Sud della Svezia, è stato scovato dal quotidiano Dagens Nyheter , che ieri ha rivelato l’esistenza di una seconda lista con i nomi di 997 persone, compresi bimbi di due anni. Dopo le prime smentite, i vertici delle forze dell’ordine hanno ammesso l’esistenza dei file e avviato un’indagine. Secondo la testimonianza di un agente in pensione protetto dall’anonimato la lista sarebbe stata realizzata otto anni fa in occasione di un’ondata di reati attribuiti alla comunità rom dell’area. L’autorità per la tutela dei diritti del cittadino ha annunciato un’inchiesta per appurare se le persone schedate abbiano subito penalizzazioni o discriminazioni solo perché legate da rapporti familiari a sospetti criminali. «Tutto questo ci spaventa — dichiara il portavoce dell’Associazione giovanile rom Erland Kaldaras —. Dobbiamo riprendere i metodi usati in Germania quando l’obiettivo era sterminare rom ed ebrei?».
Pur essendo in gran parte sedentarizzati, i cittadini rom sono stati classificati come «itineranti», termine non previsto dalle leggi svedesi. «Pericoloso, immorale, inaccettabile e illegale», ha commentato la ministra agli Affari europei Birgitta Ohlsson. Le schedature su base etnica, palese violazione della Convenzione europea sui diritti umani, hanno sollevato un’ondata di indignazione nel Paese punto di riferimento per la tutela dell’eguaglianza e dei principi dello Stato di diritto, a pochi mesi dalle inedite esplosioni di violenza nelle periferie di Stoccolma che hanno messo in discussione il modello nazionale d’integrazione e dato nuovo slancio alla destra populista anti-immigrazione. I rom rappresentano la più ampia minoranza etnica d’Europa, in Svezia sono circa 50 mila. La loro integrazione nel tessuto sociale è un nervo scoperto in molti Paesi, Václav Havel la definì «prova del nove per una società civile». «Esistono liste simili in altri Paesi?» chiede ora l’austriaco Hannes Svoboda, presidente del gruppo dei socialisti e democratici all’Europarlamento. Senza risposta resta la domanda di Sandra Hakansson, cittadina rom svedese, schedata con tutta la famiglia. «Perché i miei figli sono su quella lista?».
Maria Serena Natale
Related Articles
Etiopia. Rapporto sulla strage di civili in Oromia: «la polizia stava a guardare»
Rapporto choc sulle violenze esplose lo scorso giugno dopo la morte del cantante Hachalu Hundessa: vittime selezionate su base etnica. Guerra nel Tigray, nervi tesi con Egitto e Sudan mentre si torna a trattare sulla diga della discordia
A partire da luglio pattuglie miste italo-slovene contro i migranti
Fedriga: «Valutiamo la possibilità di chiedere la sospensione di Schengen»
Iraq. Le donne ezide di Shengal che esistono e resistono
L’altra metà dell’Iraq. Rapite e vendute come schiave da Daesh dopo il massacro del 2014, hanno preso le armi per difendersi. E oggi guidano la rinascita. Ma all’appello ancora ne mancano 1.117. A Shengal si curano le ferite di un dramma collettivo