“Giusto sabotare la Tav”, bufera su Erri De Luca

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TORINO — Nei giorni scorsi Giancarlo Caselli, Procuratore Capo di Torino, aveva lanciato l’allarme: «È grave la sottovalutazione di politici e intellettuali su quel che accade in val di Susa. Un silenzio che arriva a rasentare la connivenza». Ieri, sull’Huffington Post, la replica di un intellettuale molto seguito negli ambienti della sinistra radicale. Lo scrittore Erri De Luca dichiara senza mezzi termini: «La Tav va sabotata». Anche se è stata decisa dal Parlamento? «Quella sulla Tav non è una decisione politica ma delle banche e di coloro che devono lucrare a danno della vita e della salute di un’intera valle ». Dunque i sabotaggi, gli assalti al cantiere, le molotov trovate proprio l’altro ieri sulle auto dei militanti sono lecite? De Luca, già responsabile del servizio d’ordine di Lotta Continua, torna alla dottrina dei vecchi tempi: «I sabotaggi sono necessari per far comprendere che la Tav è un’opera nociva e inutile». Anche l’armamentario da guerriglia sequestrato? «Pericoloso materiale da ferramenta. Le cesoie servono a tagliare le reti. Caselli esagera».
La sortita di De Luca ottiene in breve tempo una valanga di commenti sul web. E, contrariamente a quanto sarebbe accaduto fino a pochi anni fa, non tutti sono di incoraggiamento, anzi. Il popolo di internet si divide tra chi invita «ad andare in Svezia, paese civile dove la Tav non esiste», e chi accusa De Luca di essere «un intellettuale da salotto» o addirittura «un cattivo maestro come Toni Negri. Ci dirà che le molotov servono per scaldarsi di notte».
La discussione procede di pari passo con i tentativi di sabotaggio del cantiere di Chiomonte che finora non hanno sortito alcun effetto pratico sull’avanzamento dei lavori. Nella serata di oggi il viceministro Stefano Fassina incontrerà a Torino Beppe Benente, l’imprenditore cui è stata incendiato un capannone perché impegnato nei lavori della Tav. Entro poche settimane dovrebbe essere completato il montaggio della talpa
che scaverà il tunnel esplorativo di 7 chilometri. Il 20 novembre, a Roma, un summit tra Italia e Francia darà il via agli appalti per il tunnel di base che in Italia sbucherà a Susa. I chilometri di galleria da scavare sul versante italiano sono 12. La Francia ha ripetuto di recente che considera il tunnel di base un’opera prioritaria mentre saranno più lunghi sui due versanti i tempi di completamento delle tratte ferroviarie nazionali.
Se il tunnel ferroviario è al centro di furiose polemiche, procede tranquillamente, nella stessa montagna, lo scavo del raddoppio del tunnel autostradale del Frejus, lungo anch’esso 12 chilometri. Un paradosso che ha cominciato a creare qualche polemica all’interno dei No Tav anche per i rapporti tra la società dell’autostrada, la Sitaf, e una parte degli amministratori No Tav della valle. «Perché non abbiamo protestato allo stesso modo contro il raddoppio del tunnel autostradale?», chiedevano nei giorni scorsi i militanti sul web. «Perché dovevamo concentrarci su un obiettivo», è stata la risposta dei leader del movimento. Ma non tutti sembrano essere rimasti convinti dalla spiegazione.


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