PRIMAVERA TRADITA

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Quanto allo storico belga, che svela la violenza estrema e degradante delle finte esecuzioni subite dal reporter italiano, si spinge sino a dire, dopo che i due sequestrati hanno udito una conversazione dei loro custodi, che sono stati i ribelli a usare le armi chimiche. Quirico, che pure ha raccontato la guerra sul campo, come sempre senza sconti per nessuno, lascia trasparire la delusione di chi si sente tradito da una rivoluzione inizialmente “laica e tollerante” e ora divenuta “altra cosa” È che sul campo ci si accorge, soprattutto quando si finisce con l’essere quel tipo, forzato, di “testimoni privilegiati”, che la scena non è in bianco o nero, ma fatta di infinite, e talvolta, ambigue sfumature. Un cromatismo obbligato, che costringe a guardare in faccia anche il magmatico calderone dell’opposizione siriana.
Un’opposizione che, tra poche settimane, potrebbe infliggere un colpo decisivo al regime di Assad. Sempre che i russi non lo convincano a consegnare le armi chimiche e l’annunciato intervento americano non si limiti a un bombardamento di circostanza, capace di “salvare la faccia” a Obama e puntellare quel principio della deterrenza che parla essenzialmente all’Iran.
È, infatti, sul campo che si comprende come sia mutato il panorama della rivolta siriana. Le forze del-l’Els, peraltro le stesse che hanno consegnato Quirico e Piccinin a altri gruppi ostili a Assad, non sono così forti come sembrano, nonostante il sostegno americano e turco. Anzi. Sul piano militare il Fronte al Nusra, di simpatie qaediste, resta il cuore pulsante dell’opposizione armata. Il più deciso nei combattimenti e con un preciso progetto politico. Come dimostra il terrore seminato nel villaggio di Maalula, i suoi militanti, decisi a fondare uno Stato islamico che raggruppi alcune province siriane e irachene sunnite, praticano la pulizia religiosa contro i cristiani. Una tecnica, mirata a farne aumentare l’esodo, già usata in Iraq , che ha lo scopo di rendere religiosamente omogeneo un territorio plurale da millenni. Una situazione che spinge in larga parte i cristiani, in quanto gruppo confessionale, a preferire l’alleanza con gli alauiti in continuità con la logica della “coalizione delle minoranze” funzionale a impedire che la maggioranza sunnita possa dominare incontrastata il paese Le forze laiche e nazionaliste sunnite restano, infatti, in minoranza rispetto a quelle islamiste, a loro volta divise in diverse anime. Nonostante il duro pugno di ferro dei regime, i Fratelli Musulmani siriani, meno pragmatici dei loro confratelli egiziani, sono una componente assai radicata. I salafiti, che contendono come già in Egitto l’egemonia dell’islam politico alla Fatellanza, sono appoggiati dai sauditi, che nella partita della Mezzaluna fertile non giocano solo contro l’Iran ma anche contro la Turchia, alla quale disputano il ruolo di potenza regionale sunnita. Il sequestro di Quirico rivela, dunque, in presa diretta, uno scenario in cui agiscono forze che non hanno lo stesso progetto politico della “coalizione della linea rossa” e nel quale avanza la progressiva irachizzazione della crisi.


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