Politici e intellettuali a fianco del Papa “Digiuniamo tutti per costruire la pace”

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CITTÀ DEL VATICANO — «Si alzi forte in tutta la terra il grido della pace». È quanto ha chiesto ieri mattina papa Francesco al termine dell’udienza generale del mercoledì. Il Pontefice ha rivolto un saluto alle popolazioni del Medio Oriente, chiedendo ai fedeli cristiani, ai rappresentanti di altre fedi e a tutti «gli uomini di buona volontà» di unirsi alla giornata di digiuno e preghiera per la Siria indetta per dopo domani in piazza San Pietro. E in scia al Papa sono stati i vescovi cattolici degli Stati Uniti, per voce del cardinale arcivescovo di New York Timothy Dolan, a chiedere che «i cattolici nel Congresso votino “no” all’intervento in Siria». Un intervento atteso quello di Dolan, a fugare ogni dubbio su quale posizione l’episcopato americano avrebbe preso.
Ieri, in piazza San Pietro, c’erano centomila persone ad ascoltare Francesco, ma sabato ne sono previste molte di più. Le adesioni sono arrivate anche dai musulmani dell’Unione delle comunità islamiche in Italia e da quelli delle Filippine. Oltre al Gran mufti di Siria, Ahmad Badreddin Hassou, hanno espresso il desiderio di essere presenti in piazza San Pietro anche i buddisti italiani dell’Istituto Sonia Gakkai e svariate personalità e comunità religiose. Ci sarà anche il ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge che fa sapere via Twitter: «Digiunerò per costruire assieme a voi e a Francesco una pace oltre i confini e le frontiere». Kyenge era ieri in visita alla moschea di Roma assieme al deputato del Partito democratico Khalid Chaouki che ha raccontato come i leader della stessa Moschea hanno detto che l’iniziativa del Papa «dà un segnale di speranza di pace e hanno condiviso appello e messaggio». E ancora: i leader religiosi hanno «apprezzato l’operato del ministro e il clima che si è creato con Papa Francesco». Aderisce all’iniziativa anche il neo-senatore a vita, l’architetto Renzo Piano, che dichiara: «Sono pacifista, e per difendere la pace non mi fido delle ideologie, né tanto meno dell’orgoglio nazionale. Normalmente nemmeno delle religioni, ma questo è un caso diverso: perché l’iniziativa di papa Francesco parla un linguaggio laico».
All’appello del Papa si unisce Martin Schulz, presidente dell’Europarlamento, che dice: «La guerra civile con più di 100mila morti e due milioni di sfollati è un immenso dramma umano. Condivido appieno la preoccupazione del Santo Padre e mi unirò idealmente alle tante persone che saranno in Piazza San Pietro questo sabato per invocare la pace in Siria». Mentre una richiesta pressante di «fermare la guerra in Siria e riaprire il negoziato» è stata rivolta ai leader del G20 che si riuniscono oggi a San Pietroburgo dalla Comunità di Sant’Egidio per voce di Andrea Riccardi. «Crediamo sia necessario intervenire con decisione per spingere tutti gli attori sulla strada della soluzione negoziale», scrive Riccardi.


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