Microsoft alza il dividendo del 22%

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NEW YORK — E’ un regalo da 422 milioni di dollari a trimestre, quello che la Microsoft ha deciso di distribuire ai suoi azionisti. Molto più di un “contentino”, se si aggiunge un ricco piano di buyback con cui l’azienda può riacquistare azioni proprie sul mercato per un valore fino a 40 miliardi di dollari. Il piano di buyback ne sostituisce uno precedente che scadeva, e stavolta non ha limite di validità. L’annuncio di queste elargizioni ha un carattere “politico”. Viene alla vigilia di un cruciale incontro tra i vertici Microsoft e gli analisti finanziari. Con sullo sfondo cambiamenti davvero storici: la partenza annunciata del chief executive Steve Ballmer, la mega-acquisizione dei telefonini Nokia per 7 miliardi di dollari. Ma anche un mugugno crescente tra gli azionisti, capitanati da un socio di minoranza come il fondo ValueAct Capital management che rappresenta l’emergere di una nuova categoria di “investitori attivisti” determinati a intervenire nella gestione aziendale.
E’ dunque in vista di un meeting con gli analisti, che sono giunte le buone notizie. Il dividendo trimestrale aumenta di 5 centesimi, da 23 a 28 (+22%), il che porta il rendimento del titolo Microsoft al 3,4%. L’ultima volta che Microsoft aumentò il suo dividendo fu nel settembre 2012. Per molti anni dopo la sua nascita, fedele a una “cultura” tipica dell’economia digitale della West Coast, l’azienda fondata da Bill Gates era stata avara di dividendi. E’ solo dal 2004 che ha cominciato a versarli regolarmente agli azionisti, e quello annunciato ieri è l’ottavo aumento. Una nota degli analisti di Nomura
Securities ha salutato l’annuncio come «una conferma che le cose stanno cambiando nella corporate governance della Microsoft, a vantaggio degli azionisti».
Domani i grossi investitori, tra cui ValueAct che possiede azioni Microsoft per un valore di due miliardi, potranno sottoporre Ballmer e gli altri dirigenti a un terzo grado. Attendono dettagli dall’azienda sulle prossime mosse strategiche, a cominciare dall’integrazione con il settore degli smartphone Nokia. Dalla Nokia potrebbe arrivare proprio il sostituto di Ballmer, nella persona di Stephen Elsop (a sua volta un ex della Microsoft che fu “prestato” alla multinazionale finlandese). Finora tutte le diversificazioni tentate dalla Microsoft hanno dato risultati deludenti: dalle vendite del tablet Surface a quelle del software Windows adattato per gli smartphone. Per anni un letimotiv delle critiche espresse dagli azionisti al management è stato proprio la dispersione di risorse in costose acquisizioni esterne, che hanno in parte distratto la Microsoft da quelle che rimangono le sue “galline dalle uova d’oro” e cioè Windows, Office, e gli altri programmi operativi per computer da ufficio e per server. Il lancio del tablet finora è stato foriero di 900 milioni di perdite, nel bilancio dell’ultimo trimestre. Sta andando bene invece la versione del software Office che viene offerta in affitto alle aziende, il fatturato aggiuntivo è di 1,5 miliardi su base annua. Resta invece da chiarire la strategia per incorporare nel gruppo di Redmond-Seattle i 32.000 dipendenti mondiali della Nokia.


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