Le cooperative: “Aumento dell’Iva sul welfare colpisce 4,3 milioni di cittadini”

by Sergio Segio | 19 Settembre 2013 10:58

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ROMA – “L’impatto dell’aumento dell’Iva alle prestazioni rese dalle cooperative sociali avrà effetti devastanti per le famiglie, le stesse cooperative sociali e le istituzioni locali, senza alcun vantaggio reale per lo Stato”. Questo l’allarme lanciato questa mattina dall’Alleanza delle Cooperative italiane durante un convegno in corso presso il Palazzo dei Gruppi Parlamentari a Roma. L’allarme riguarda l’aumento dell’Iva sul welfare disposto dalla legge di Stabilità 2013 che potrebbe passare dal 4 al 10 per cento, incrementando, così “del 150 per cento l’Iva agli asili, alle case di riposo e alle Rsa, all’assistenza domiciliare alle persone non autosufficienti, alle case famiglia, alle comunità per minori, ai centri diurni per disabili e altro ancora”. Necessario, per le cooperative, “abrogare i commi 488, 489 e 490 della legge di stabilità 2013 ripristinando così di fatto il regime precedente all’entrata in vigore della legge n. 228 del 24 dicembre 2012”. Commi che altrimenti potrebbero colpire oltre 4,3 milioni di cittadini che usufruiscono dei servizi delle cooperative che aderiscono all’Alleanza delle cooperative colpendo maggiormente il Nord Italia e che potrebbero causare perfino la cessazione dei servizi per 500 mila utenti. “Le fasce più colpite saranno i minori – spiegano le cooperative -: circa 2 milioni e 800 mila. La seconda categoria di utenti sono i non autosufficienti: oltre un milione di persone che vedrebbero ridotti i servizi di assistenza domiciliare e le prestazioni nelle Rsa”. Seguono i disabili psichici, fisici e sensoriali, circa 370 mila persone colpite dall’aumento, ma anche i pazienti psichiatrici (80 mila), i tossicodipendenti (60 mila) e gli alcolisti (10 mila). La misura, aggiungono le cooperative, produrrà anche una “enorme perdita occupazionale”, con un possibile taglio di circa 42.800 posti di lavoro, nonostante proprio le cooperative in tempo di crisi abbiano rappresentato un esempio di tenuta occupazionale. Aumento dell’Iva che, inoltre, “allargherà l’area d’evasione e dell’irregolarità  del lavoro, quando la cooperazione sociale in questi anni ha fatto invece emergere migliaia di posti di lavoro regolare nel settore dell’assistenza”. Ma non solo.Tra i rischi legati all’aumento dell’Iva anche la riduzione di contribuzione fiscale di quei cittadini che in questo modo ridurranno i consumi e un ulteriore esborso pubblico determinato dai possibili licenziamenti. Un quadro che richiede un intervento urgente, spiegano le cooperative, per far rientrare il clima di incertezza generato che per le cooperative si traduce nell’impossibilità di una programmazione imprenditoriale e di prendere scelte occupazionali. (ga)

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