L’autunno caldo inizia dalla scuola

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ATENE. Gli insegnanti della scuola media e delle superiori hanno dato il via ieri mattina alla «settimana degli scioperi» in Grecia. Insieme ai dipendenti degli istituti previdenziali e a quelli dell’ufficio di collocamento bloccheranno per cinque giorni il funzionamento della macchina statale. Alla mobilitazione partecipano gli insegnanti delle scuole private che hanno indetto uno sciopero di 48 ore. Il personale medico negli ospedali pubblici ha proclamato uno sciopero di tre giorni per protestare contro i licenziamenti e il cambio dell’uso degli ospedali pubblici. Il personale sanitario ha deciso di astenersi per 48 ore mercoledi e giovedi. Allo sciopero hanno aderito anche i docenti universitari e gli addetti dei fondi per l’assistenza sociale. I docenti delle scuole materne statali, come molti funzionari pubblici, si sono astenuti dal lavoro per tre ore aderendo allo sciopero del più grande sindacato del settore «Adedy». Quest’ultimo ha annunciato uno sciopero di 48 ore per mercoledì 18 e giovedì 19. Il suo consiglio generale deciderà sabato la se continuare la mobilitazione.
È iniziata così la lunga stagione autunnale degli scioperi contro il licenziamento di 25 mila persone nel settore pubblico entro la fine di quest’anno e di altre 15 mila entro la fine del 2014. Decisioni prese a seguito dell’applicazione dei tagli imposti dalla Troika ad un paese allo stremo. Secondo il ministro della scuola Constantinos Arvanitopoulos è stato fatto di tutto per proteggere i docenti che saranno costretti alla mobilità, spostandoli in altri settori. Una spiegazione che non ha evidentemente convinto i manifestanti che hanno partecipato allo sciopero e ai cortei in maniera massiccia. Ad Atene hanno sfilato in diecimila, settemila a Salonicco, a Patrasso o a Irakelio la partecipazione è stata altissima. A Xania ha scioperato il 99% dei lavoratori interessati.
Nel centro della capitale ci sono stati violenti scontri tra la polizia e un centinaio di custodi di scuola che tentavano di fare irruzione nella sede del ministero delle riforme amministrative. Una dozzina di manifestanti sono stati feriti, alcuni sono stati ricoverati in ospedale. Secondo il sindacato degli insegnanti delle scuole private «Olme», la partecipazione al primo giorno dello sciopero è stata del 90% e ha superato ogni previsione della vigilia. «Olme» intende ripetere la protesta ogni cinque giorni. Questo modello verrà usato anche dagli altri sindacati. I sindacati degli odontotecnici e dei fotografi hanno assicurato la loro partecipazione alle manifestazioni in solidarietà con gli statali. La confederazione dei commercianti «Pasebe» ieri ha dichiarato uno sciopero di 24 ore.
Numeri del tutto opposti sono stati forniti dal ministro portavoce del governo Kedikoglou, secondo il quale la partecipazione è stata solo del 10%. Il governo ha cercato di terrorizzare gli statali chiedendo i «dati esatti» sulla partecipazione, sulle malattie e su qualsiasi forma di astensione dal lavoro. Come finirano tutti questi scioperi? E la loro strategia quale effetto avrà? Nessuno, al momento, lo sa. La disperazione di fronte al massacro sociale voluto dalla troika e applicato dal governo Samaras è arrivata forse al punto che la mobilitazione ad oltranza sembra essere l’unica uscita.
Nel frattempo crescono le aggressioni e le provocazioni da parte degli neonazi di Alba Dorata. Giovedi notte, nel quartiere popolare di Perama vicino al Pireo, cinquanta aderenti a questa organizzazione, hanno attaccato trenta membri del partito comunista greco (KKE). La polizia ha indentificato 26 persone, tre delle quali hanno partecipato all’aggressione. Una sola è stata arrestata per possesso di sostanze stupefacenti. Continua anche il testa a testa nei sondaggi tra Nea Dimokratia (centro-destra), guidata dal primo ministro Samaras e la sinistra di Syriza. Secondo un sondaggio del quotidiano Elefteros Tipos Syriza sarebbe al 23,8% contro il 24,6% di Nea Dimokratia. Il Pasok è stato ridotto al 4,7% superato da Alba Dorata (8,3%).


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