Il comitato di esperti boccia Stamina

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FIRENZE — Una bocciatura all’unanimità. I membri del comitato voluto dal ministro Beatrice Lorenzin per valutare il metodo Stamina e decidere i termini di una eventuale sperimentazione nel servizio pubblico hanno suggerito di bloccare tutto. In questi giorni tra i tecnici c’è stata una discussione lunga e approfondita, ma non si sono mai create posizioni diverse. Tutti riterrebbero che il metodo proposto da Davide Vannoni non abbia consistenza scientifica. È tutto spiegato in una relazione di un centinaio di pagine che è stata consegnata a un funzionario del ministero. La palla adesso passa a Lorenzin, visto che il parere del comitato è consultivo, come previsto nel decreto che lo ha costituito. Certo, per il ministro sarà difficile prendere una posizione in contrasto con quella degli esperti da lei stessa nominati e decidere di fare comunque la sperimentazione per la quale erano stati stanziati 3 milioni di euro. Allo stesso tempo fermare tutto vorrebbe dire scatenare nuove polemiche da parte di malati e loro familiari e associazioni che da sempre appoggiano Vannoni, senza badare alla carenza di prove scientifiche a supporto del funzionamento del suo metodo.
Il protocollo presentato dalla Stamina Foundation onlus avrebbe dunque basi molto deboli. Sarebbe difficilmente replicabile e soprattutto non proporrebbe niente di nuovo rispetto a quanto è già noto riguardo all’utilizzo delle cellule staminali in medicina. La reazione di Vannoni alla notizia della prima bocciatura apre un versante giudiziario. «Abbiamo già pronto il ricorso al Tar contro un comitato scientifico di parte — spiega il professore di psicologia — L’atto era già pronto prima di conoscere la decisione del comitato, perché eravamo convinti che i membri fossero fortemente prevenuti. Ora aspettiamo di conoscere le motivazioni, fermo restando che il Parlamento ha stabilito che la sperimentazione si deve fare. Non credo che il comitato possa bloccarla». La neo senatrice a vita, Elena Cattaneo, scienziata che si occupa delle staminali e che nei mesi scorsi si era battuta contro il metodo commenta così: «Sulla base dei fatti che conoscevamo, questa decisione era attesa». Il padre di Sofia, la bimba di Firenze tra i simboli della cura Stamina reagisce così alla notizia: «Siamo basiti. La sensazione è che invece di risolvere un problema, trovare una soluzione, abbiano voluto chiudere il problema».
E nel giorno in cui torna in auge il discusso metodo di Vannoni, due gemelli di 34 anni con una malattia invalidante, la distrofia di Duchenne, chiedono, attraverso il computer che permette loro di parlare, di essere lasciati morire: «Staccate la spina». Vivono nel Salento e il padre spiega che vogliono provare nuove terapie. Inoltre aspettano un contributo economico della Regione Puglia.


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