I Comuni: senza fondi Imu stipendi a rischio
MILANO — Da Taormina a Monza. Passando per Perugia, Napoli, Genova. Lunga la lista dei comuni che ieri si sono schierati al fianco del presidente dell’Anci, Piero Fassino. In mattinata il sindaco di Torino – a capo dell’associazione che rappresenta i Comuni italiani – ha lanciato l’allarme durante un’audizione alla Camera: «Se entro domenica il governo non trasferirà ai Comuni i 2,4 miliardi che compensano le mancate entrate dovute alla cancellazione della prima rata Imu, molti municipi a fine mese non riusciranno a pagare gli stipendi».
La risposta del governo non si è fatta attendere. Con una nota Palazzo Chigi si è impegnato a varare entro la prossima settimana i decreti che consentiranno di garantire ai Comuni il corrispettivo della prima rata dell’imposta sugli immobili.
La municipalità che ha incassato di più con l’acconto Imu dello scorso anno è stata quella di Roma: 495 milioni di euro. «Inutile nasconderlo, siamo in una situazione di emergenza, dovuta alla mancanza di risorse ma anche all’incertezza – descrive lo stato dell’arte il sindaco della Capitale, Ignazio Marino –. Dagli asili nido all’assistenza domiciliare per i disabili: sono numerosi i servizi che, in mancanza dei trasferimenti dovuti dallo Stato, saremo costretti a ridimensionare».
Secondo Marino la situazione va sbloccata al più presto: «Nelle prossime ore, al massimo entro qualche giorno. Negli ultimi sette anni agli enti locali sono venuti a mancare trasferimenti dallo Stato per un valore pari a 7,5 miliardi. Abbiamo tagliato le auto blu. L’estate scorsa persino l’aria condizionata. Ora saremmo costretti a toccare servizi fondamentali per i cittadini».
In generale, i comuni lamentano, oltre alla mancanza delle risorse, anche l’incertezza della situazione. Non a caso molti municipi non hanno ancora chiuso i bilanci. D’altra parte il governo ha procrastinato il termine ultimo per mettere a punto i conti: dal 30 settembre al 30 novembre.
Anche Milano resta appesa alle decisioni sull’Imu e alla legge di Stabilità. «L’allarme lanciato dal presidente dell’Anci è quello di tutti i sindaci italiani. Anche il nostro – allunga la lista delle rivendicazioni il primo cittadino della città della Madonnina, Giuliano Pisapia –. Non solo i tagli si sommano ai tagli, non sappiamo quanti soldi ci darà lo Stato e non sappiamo neppure quando li avremo. Ogni settimana, quasi ogni giorno, c’è un cambiamento. Chiudere i bilanci in queste condizioni è un’impresa che rasenta l’impossibile. Così si mettono a rischio anche servizi fondamentali per i cittadini in questo momento di grave crisi economica».
In effetti, prima che gli stipendi dei dipendenti, in casi di estrema difficoltà di cassa i Comuni toccherebbero i servizi alla cittadinanza. La presidenza dell’Anci che si riunirà lunedì prossimo a Milano farà il punto del confronto con governo e Parlamento. Una volta che il valore della prima rata Imu entrerà nelle casse dei Comuni, però, la questione non sarà archiviata. Da sciogliere a stretto giro ci sarà il nodo legato al conferimento della seconda rata dell’imposta municipale sugli immobili.
Rita Querzé
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