Guida minima al G20 in Russia
I leader dei paesi più industrializzati al mondo – il gruppo noto come G20 – si incontreranno per due giorni a San Pietroburgo, in Russia, per discutere di economia e soprattutto di Siria.
– Il G20 esiste dal 1999 ed era nato come una serie di incontri periodici tra i ministri delle finanze e i governatori delle banche centrali, ma dal 2008 in seguito all’aggravarsi della crisi economica internazionale vi partecipano direttamente i capi di stato dei paesi aderenti.
– Gli stati che partecipano al G20 sono Arabia Saudita, Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, Giappone, India, Indonesia, Italia, Messico, Regno Unito, Russia, Stati Uniti, Sudafrica e Turchia cui si aggiunge una rappresentanza dell’Unione Europea. Venti in tutto, quindi.
– Il G20 è presieduto a rotazione dai paesi che ne fanno parte. Quest’anno tocca alla Russia e per questo motivo l’incontro si terrà a San Pietroburgo, la seconda città russa per dimensioni e popolazione dopo Mosca.
– Quello di San Pietroburgo è l’ottavo incontro dei capi di stato a un G20. Si terrà dal 5 al 6 settembre al Palazzo di Costantino, una reggia che si trova poco fuori San Pietroburgo e la cui progettazione risale alla prima metà del diciottesimo secolo.
– Come sempre, il programma del G20 è molto ampio e comprende diversi temi, concentrati principalmente sull’economia. Le priorità della presidenza russa, almeno sulla carta, sono la crescita, soluzioni per fare aumentare l’occupazione e più in generale una riforma del sistema finanziario internazionale.
– Il Giappone potrebbe presentare un proprio piano per avviare riforme strutturali nel paese, rendere più aperti i suoi mercati e stabilizzare le spese pubbliche. L’Europa non vuole invece che siano adottate misure per ridurre il valore dello yen, cosa che favorirebbe il Giappone per quanto riguarda le esportazioni.
– La Germania sarà probabilmente cauta a questo giro, considerato che tra circa due settimane il suo cancelliere Angela Merkel dovrà affrontare le elezioni politiche. La delegazione tedesca dovrà comunque rispondere a diverse critiche sulle politiche di austerità che ha richiesto ai paesi europei in difficoltà e sugli ostacoli che ha posto lungo la strada dell’unificazione bancaria europea.
– Non è esplicitamente previsto, ma è probabile che al G20 si parli anche del caso PRISM e delle attività di spionaggio degli Stati Uniti, che attraverso la National Security Agency (NSA), hanno accesso a dati e informazioni sulle comunicazioni di milioni di persone in giro per il mondo.
– Il G20 è una delle occasioni più importanti che annualmente hanno i capi di stato per parlare di economia, ma è probabile che buona parte degli incontri a San Pietroburgo siano monopolizzati dalla crisi in Siria e dal proposto intervento militare nel paese del presidente statunitense Barack Obama.
– Martedì 4 settembre Obama è arrivato in Svezia, dove ha fatto tappa prima di raggiungere San Pietroburgo. Ha incontrato il primo ministro svedese, Fredrik Reinfeldt, e durante una conferenza stampa ha spiegato che la credibilità del Congresso degli Stati Uniti, che deve votare sulla sua proposta di attacco, e della comunità internazionale sono messe alla prova su come risponderà al presunto utilizzo di armi chimiche da parte della Siria.
– La Russia è contraria a un intervento militare in Siria, anche se il presidente Vladimir Putin ha detto che la posizione potrebbe essere rivista, al Consiglio di sicurezza dell’ONU, nel caso in cui fosse dimostrato in maniera incontrovertibile l’uso di armi chimiche da parte del regime siriano. Le tensioni delle ultime settimane sulla Siria potrebbero rendere più complicate le riunioni tra i rappresentanti di Stati Uniti e Russia durante il G20.
– Durante i suoi giorni a San Pietroburgo, Obama programma di incontrarsi con un gruppo di attivisti della comunità LGBT (persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender). A giugno in Russia è stata approvata una legge che prevede multe pesanti per chiunque “diffonda informazioni” sull’omosessualità a persone che abbiano meno di 18 anni e organizzi manifestazioni a sostegno delle persone omosessuali. Di fatto, dicono le associazioni per i diritti umani, la legge vieta di parlare apertamente dell’omosessualità.
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