Guerra al Porcellum ed elogio della Rete
CERNOBBIO (COMO) — Un debutto da divo. Il copione di un film già scritto. Prima la ressa dei giornalisti ad attenderlo all’arrivo e lui che si dilegua con l’aiuto degli uomini della polizia e della security. Poi la protesta dei fotografi a cui — per la prima volta in 39 edizioni — è stato inizialmente interdetto l’accesso alla sala. Infine il discorso alla platea, dove sedeva quasi al completo l’establishment della politica e della finanza. La prima volta di Gianroberto Casaleggio al Forum Ambrosetti trascina con sé la curiosità dei media e degli addetti ai lavori. Lo stratega del Movimento Cinque Stelle si presenta puntuale (accompagnato dal figlio Davide), spiccica poche parole, infastidito da flash e telecamere. «Sono qui per esporre le idee del Movimento e per spiegare le evoluzioni delle Reti e della politica», dice.
E infatti l’ideologo dei Cinque Stelle si rivolge alla platea — presenti anche il presidente del Consiglio Enrico Letta e l’ex premier Mario Monti — insistendo sui concetti cardine suoi e del Movimento: l’importanza del web, la democrazia diretta, la trasparenza. «La politica oggi è chiamata a un salto di livello, perché per la prima volta deve dare a Internet un’importanza fondamentale per la relazione con la società», spiega. Per Casaleggio siamo di fronte a una «rivolta culturale». La Rete in tutto questo è il «vero baricentro», che fa mutare anche il concetto di «aggregazioni», non solo più su interessi locali, ma con un respiro più internazionale. Da qui, le stelle. Secondo lo stratega, infatti, stanno cambiando «i processi» e le organizzazioni «anche politiche», che diventano da «piramidali, gerarchiche a stella, con molteplici interconnessioni».
Grazie a un crescente accesso alle informazioni viene rivoluzionata anche la politica. In due fasi. «I movimenti si sostituiscono ai partiti», afferma (citando Occupy Wall Street, gli Indignados, i Pirati, senza nominare i No Tav, vicinissimi ai Cinque Stelle). «Il politico — nella visione di Casaleggio — è l’esecutore della volontà dei cittadini». Anche per questo motivo, l’ideologo boccia il Porcellum, la legge elettorale che per Beppe Grillo è necessario usare ancora per tornare immediatamente alle urne. «Il Porcellum permette ad alcune persone di nominare il Parlamento», attacca. Ma il discorso è a maglie più larghe, non solo perché «in Italia la democrazia è disgiunta dal voto popolare». Casaleggio sostiene che «non è dato partecipare alla vita politica», in quanto «non è il Parlamento che fa le leggi ma il governo».
Al primo break, nessun colloquio con banchieri o ministri: Casaleggio esce dalla stessa porta secondaria, si infila in auto e lascia ai cronisti un giudizio lapidario. «Come è andata?», gli viene chiesto. «Bene», dice, prima di ripartire. L’intervento sarà pubblicato domani sul blog di Grillo. Intanto, si alternano i commenti. L’ideologo del Movimento «è stato molto apprezzato», dichiara Alfredo Ambrosetti. Il dibattito «è stato molto interessante», secondo Enrico Letta. Sullo stessa linea anche Mario Monti. «Interessante. È la prima volta che lo ascoltavo, anche se non sono fenomeni nuovi», dichiara il Professore. Positivo anche il parere di Enrico Cucchiani, ad di Intesa Sanpaolo: «Ha fatto un discorso tecnico che credo possa essere stato educativo per i politici in sala». Di diverso avviso Renato Brunetta: «Uno dei tanti discorsi oggi a Cernobbio, neanche il migliore».
Emanuele Buzzi
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