“Grazia totale su pena e interdizione” l’ultima richiesta del Cavaliere al Colle

by Sergio Segio | 9 Settembre 2013 8:40

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LA VIGILIA del giorno “X” il Cavaliere la trascorre con i figli. Come sembra fare sempre più spesso da quando è stato condannato, è nella dimensione famigliare che si rifugia di fronte all’incalzare degli avvenimenti.

LA TRATTATIVA con il Pd e con il Quirinale la portano avanti colombe come Alfano, Quagliariello e Schifani. Berlusconi punta sempre a un unico obiettivo — la grazia tombale, estesa anche alla pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici — e tutti i ricorsi degli avvocati sono soltanto diversivi. Servono a prendere tempo. Così come le questioni pregiudiziali che il Pdl presenterà in giunta.
Perché le colombe glielo hanno spiegato e rispiegato. Sarebbe «un errore drammatico» far precipitare tutto questa settimana. Tirare la corda fino a spezzarla con una richiesta ai ministri di dimettersi dal governo. E Berlusconi sembra aver ascoltato il suggerimento, a dispetto della pressioni dei falchi: «Io non voglio far cadere Letta, ma mi serve una risposta. Mi dicono che per la grazia serve tempo, va bene prendiamolo ma mi devono indicare una soluzione ». Convinto che il dialogo possa andare avanti solo su «una cosa concreta», cioè su una precisa assicurazione — che il Quirinale tuttavia non è disposto a concedere e non concederà — riguardo alla grazia tombale, il leader del Pdl resta con la mano sopra il calcio della pistola. Tanto che mercoledì ha deciso di diffondere l’ormai famigerato videomessaggio che annuncia ufficialmente la ri-nascita di Forza Italia. Un documento che è in corso di revisione in queste ore e che sarà modulato anche sul tipo di atteggiamento che il Pd assumerà oggi nella giunta delle immunità di palazzo madama. Tra giovedì e venerdì dovrebbe tenersi anche l’ufficio di presidenza del Pdl.
Intanto, dopo un colloquio mattutino ad Arcore con Renato Brunetta e una telefonata con Gaetano Quagliariello, Berlusconi ieri ha fatto perdere le proprie tracce. Forse trascorre la domenica con i figli sul lago Maggiore, altri giurano che il pranzo con la discendenza sia stato in Sardegna. In ogni caso il contatto con Roma è costante. Perché c’è da mettere a punto le mosse e contromosse in giunta, sotto la regia di Niccolò Ghedini.
La scorsa settimana Luciano Violante e Gaetano Quagliariello sono stati visti insieme a cena in una località turistica della Valle d’Aosta. Dopo quel lungo colloquio, dedicato presumibilmente a capire i limiti reali della capacità di ascolto e temporeggiamento del Pd, il ministro delle riforme ha preparato un dettagliato report per Ghedini. Del dossier è stato messo a parte anche Andrea Augello.
Tutto per prendere tempo.
Come la prima mossa che il Pdl farà nella giunta per le elezioni dopo aver ascoltato Augello leggere oggi pomeriggio le 105 cartelle della sua relazione: verrà chiesta una sospensione del dibattito fino alla prossima settimana.
Sette-dieci giorni per «approfondire» la proposta del relatore.
Una lunga relazione in cui si citerà anche un fatto «curioso». Dal 5 gennaio 2013, data di entrata in vigore della Severino, fino alle elezioni di fine febbraio nessuno si prese la briga di chiedere la decadenza «immediata» dei numerosi condannati presenti in quella legislatura. Un argomento in più, dirà Augello, a favore del partito della non retroattività della norma. Poi, al termine di tutta la procedura, sarà tirata fuori la carta decisiva. La «pregiudiziale» decisiva, con la richiesta di attendere fino a che la Corte di Strasburgo dichiari ammissibile oppure manifestamente infondato il ricorso presentato da «Berlusconi contro Italia». A sondare gli ambienti filo-governativi del Pd sembra che non ci sia molta fretta di votare per la decadenza del Cavaliere da senatore. Certo, la legge Severino impone la decadenza «immediatamente», ma il Pd non intende offrire pretesti per la crisi di governo: «Non possiamo dare l’impressione di volerlo fare fuori». Dunque adelante, ma con juicio.
Anche perché, se da una parte Berlusconi rassicura le sue colombe e sembra prendere tempo, dall’altro “para bellum”. Chi ha letto il testo del video-messaggio si è messo infatti le mani nei capelli per la pesantezza delle accuse alla Magistratura. «Roba da costringere il Pd ad aprire la crisi di governo», dicono. Ed è stata data luce verde alla partecipazione della Santanché lunedì alla riapertura di Piazzapulita e martedì a quella di Matrix. Due segnali del Berlusconi-di-lotta.

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