Cosa prevede il nuovo programma indiano sui sussidi alimentari?

Loading

L’India è abitata da 1,2 miliardi di persone. L’obiettivo principale del programma è garantire cereali a prezzi accessibili a circa a due terzi della popolazione, e alleviare così il problema della fame e della povertà nel paese. Secondo la Banca mondiale, un terzo della popolazione mondiale che vive sotto la soglia di povertà si trova in India. Circa la metà dei bambini indiani sotto i cinque anni soffre di malnutrizione cronica (cioè di deperimento o ritardi nella crescita a causa di una dieta povera) e oltre un terzo delle persone tra i 15 e i 49 anni è denutrito (gli ultimi dati ufficiali si riferiscono al 2006).

Il piano rientrava nelle promesse elettorali dal partito del Congress, ora al governo. Nel luglio 2013, mentre il parlamento aveva sospeso i lavori, il governo ha reso il piano effettivo con un decreto.

Il National food security bill dovrebbe fornire cereali al 75 per cento della popolazione rurale (che in tutto si stima sia di 883 milioni di persone) e al 50 per cento della popolazione urbana (che in totale è di circa 377 milioni).

Il costo annuale del piano dovrebbe essere l’equivalente di circa 14,5 miliardi di euro, cioè l’1,25 per cento del prodotto interno lordo dell’India.

Come funziona
Chi rientra del programma potrà ricevere ogni mese cinque chili di riso, frumento e altri cereali a un prezzo che va da 1 a 3 rupie (cioè da 1 a 3 centesimi di euro) per chilo, mentre il prezzo di mercato va dalle 20 alle 25 rupie.

La Food corporation of India, l’organismo statale che gestisce e supervisiona il sistema di distribuzione dei cereali nel paese distribuirà i sussidi alimentari attraverso una rete di “negozi a prezzo onesto”. Nel 2011 questi punti vendita erano oltre 500mila.

Le critiche
L’opposizione e alcuni esperti di sicurezza alimentare sostengono che il programma sia in realtà un tentativo del Congress di attirare voti dalle fasce basse e dalla classe media in vista delle elezioni del 2014.

Non è poi chiaro come il governo pensa di definire chi rientrerà o meno nel programma: il piano di sussidi alimentari ora in vigore fornisce cereali a chi guadagna al giorno meno di 33 rupie nelle aree urbane e 27 rupie in quelle rurali. Nel nuovo piano non si indica con precisione quali cittadini sarebbero coinvolti.

Inoltre, il National food security bill rischia di pesare troppo sull’economia nazionale, aumentando il deficit di bilancio.

Non tutti infine si fidano della rete di distribuzione, gestita da un sistema statale segnato da irregolarità e corruzione. Per i sussidi lo stato dovrebbe comprare 62 milioni di tonnellate di cibo, ma la questione non è tanto questa, perché per l’attuale programma di sicurezza alimentare sta già sostenendo una spesa simile: ha acquistato 72 milioni di tonnellate di cereali tra il 2012 e il 2013 e 63 milioni di tonnellate l’anno prima. Il problema è che metà delle scorte di cereali fornite dal governo viene sottratta dagli intermediari prima di raggiungere i cittadini a cui sarebbe destinata (dati del 2005). Così, per gli esperti, il grosso degli aiuti finisce per essere contrabbandato invece che venduto nei negozi autorizzati.

In un editoriale nell’ultimo numero di Tehelka, scritto pochi giorni prima del voto definitivo in parlamento, la direttrice del settimanale Shoma Chaudhury sosteneva che l’India non può permettersi di non adottare il piano alimentare. Più critica l’economista Jayati Ghosh, che a giugno sul Guardian spiegava perché il programma non servirà a sfamare i milioni di indiani indigenti.
(Anna Franchin)

Per saperne di più


Related Articles

Oggi e domani mobilitazioni contro Ttip e Ceta

Loading

Il 16 e il 17 settembre saranno due giorni di mobilitazioni in tutta Europa per dimostrare che l’opposizione sociale ai due megatrattati di libero scambio è sempre più forte e diffusa

Generali, niente tagli ai privilegi

Loading

 

Lievitano i fondi per l’ausiliaria, l’indennità  concessa agli alti ufficiali in pensione per restare nella riserva. Una voce che nel 2013 costerà  431 milioni di euro

Alla carica! Di fronte alla prospettiva di perdere l’ultimo privilegio, una schiera sempre più folta di generali e ammiragli si sta lanciando verso l’agognata “ausiliaria”, l’indennità  speciale concessa agli alti ufficiali che lasciano il servizio.

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment