Continua in Italia il calo degli aborti. In 30 anni -55 per cento

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ROMA – E’ stata trasmessa oggi al Parlamento la relazione annuale sull’attuazione della legge 194/78, sulla tutela sociale della maternita’ e per l’interruzione volontaria di gravidanza, che presenta i dati preliminari relativi al 2012 e quelli definitivi del 2011.

“Per la prima volta- ha detto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin- e’ stato avviato un monitoraggio articolato sul territorio relativamente ad alcuni aspetti dell’applicazione della 194, quelli piu’ specificamente legati all’obiezione di coscienza, che arriva fino ad ogni singola struttura e ad ogni singolo consultorio. I dati della relazione indicano che relativamente all’obiezione di coscienza e all’accesso ai servizi la legge ha avuto complessivamente una applicazione efficace. Stiamo lavorando per verificare, insieme alle Regioni, la presenza di eventuali criticita’ locali per giungere al piu’ presto al loro superamento”.

Trend confermato. Nella Relazione ancora una volta viene confermato il trend degli anni precedenti: una diminuzione delle interruzioni volontarie di gravidanza secondo tutti gli indicatori.
Nello specifico, i dati preliminari indicano che nel 2012 sono state effettuate 105.968 Ivg, con un decremento del 4,9% rispetto al dato definitivo del 2011 (111.415 casi) e un decremento del 54,9% rispetto al 1982, anno in cui si è registrato il più alto ricorso all’Ivg (234.801 casi).

Il tasso di abortività (numero delle Ivg per 1000 donne in età feconda tra 15-49 anni), l’indicatore più accurato per una corretta valutazione della tendenza al ricorso all’Ivg, nel 2012 è risultato pari a 7.8 per 1.000, con un decremento dell’1,8% rispetto al 2011 (8.0 per 1.000) e un decremento del 54,7% rispetto al 1982 (17.2 per 1000). Da osservare che il “valore italiano è tra i più bassi di quelli osservati nei paesi industrializzati”.

Calo per età. Dal 1983 il tasso di abortivita’ è diminuito in tutti i gruppi di età, più marcatamente in quelli centrali. Tra le minorenni, nel 2011 è risultato pari a 4.5 per 1.000 (stesso valore del 2010), con livelli più elevati nell’Italia settentrionale e centrale. Come negli anni precedenti, si conferma il minore ricorso all’aborto tra le giovani in Italia rispetto a quanto registrato negli altri Paesi dell’Europa Occidentale, così come minore è la percentuale di aborti ripetuti e di quelli dopo novanta giorni di gravidanza.

Straniere. Rimane invece elevato il ricorso all’Ivg da parte delle donne straniere, a carico delle quali si registra un terzo delle Ivg totali in Italia: un contributo che è andato crescendo negli anni e che si sta stabilizzando. Anche tra queste donne, comunque, si inizia ad osservare una tendenza alla diminuzione al ricorso all’Ivg.

Medici obiettori. Si osserva come l’esercizio del diritto all’obiezione di coscienza abbia riguardato elevate percentuali di ginecologi fin dall’inizio dell’applicazione della legge 194, con un aumento percentuale del 17,3% in trenta anni, a fronte di un dimezzamento delle Ivg nello stesso periodo.
In particolare, una stima della variazione negli anni degli interventi di Ivg a carico dei ginecologi non obiettori mostra che dal 1983 al 2011 le Ivg eseguite mediamente ogni anno da ciascun non obiettore si sono dimezzate, passando da un valore di 145.6 Ivg nel 1983 (pari a 3.3 Ivg a settimana, ipotizzando 44 settimane lavorative annuali, valore utilizzato come standard nei progetti di ricerca europei) a 73.9 ivg nel 2011 (pari a 1.7 Ivg a settimana, sempre in 44 settimane lavorative in un anno).

“I numeri complessivi del personale non obiettore appaiono congrui al numero complessivo degli interventi di Ivg. Eventuali difficoltà nell’accesso ai percorsi Ivg – si legge – sembrano quindi dovuti ad una distribuzione inadeguata del personale fra le strutture sanitarie all’interno di ciascuna regione”.
In collaborazione con le Regioni, il ministero delle Salute ha avviato un monitoraggio a livello di singole strutture ospedaliere e consultori per verificare meglio le criticità e vigilare, attraverso le Regioni, affinché vi sia una piena applicazione della legge su tutto il territorio nazionale, in particolare garantendo l’esercizio del diritto all’obiezione di coscienza dei singoli operatori sanitari che ne facciano richiesta e, al tempo stesso, il pieno accesso ai percorsi di Ivg, come previsto dalla Legge, per le donne che scelgano di farvi ricorso.

(DIRE)

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