Cavallo muore al Palio Protestano gli animalisti

by Sergio Segio | 16 Settembre 2013 5:34

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TORINO — Mamuthones era un baio dal manto scuro che il fantino Jonathan Bartoletti, detto Scompiglio, pistoiese d’origine ma ingaggiato dalla contrada di Santa Maria Nuova di Asti per il Palio di ieri, aveva allenato senza sosta per diverse settimane. Mamuthones era uno dei favoriti per la vittoria e Bartoletti, due trofei alle spalle, ne era un degno fantino. Ma alla partenza della prima batteria, Mamuthones è inciampato sul canapo lasciato dal mossiere, è caduto e si è spezzato l’osso del collo. Palio sospeso mentre un gruppo di animalisti che da giorni manifestano ad Asti contro il «Palio che uccide i cavalli, ne sono morti 12», occupava la pista di piazza Alfieri e la loro protesta si confondeva, sia pur con motivazione diverse, con quella dei contradaioli. Chi ad accusare il mossiere Renato Bricolotti, chi il fantino, rimasto contuso nell’incidente, e chi a maledire una manifestazione «barbara».
Poco dopo le 17 di ieri Mamuthones veniva coperto da un telo celeste e poi caricato su un doppio van per il trasporto dei cavalli. Una trentina di animalisti che fino a quel momento erano stati tenuti a bada da un cordone di poliziotti e di agenti della municipale, facevano sentire le loro voci: «Per questa corsa i cavalli vengono sottoposti a sforzi che non potrebbero sopportare se non fossero drogati». E per droga gli animalisti intendono terapie farmaceutiche particolarmente potenti e dolorose per i purosangue. Infiltrazioni alle articolazioni, flebo che non solo potenzierebbero il tono della muscolatura, ma che renderebbero i purosangue più reattivi, «eccessivamente reattivi». Poi gli animalisti aggiungono e accusano: «Questi “cocktail” sono vietati, ma i controlli veterinari sono blandi». La Lega Anti Vivisezione annuncia una denuncia: «Sono solo i cavalli — si legge in un comunicato diffuso ieri — a pagare con la vita per spettacoli anacronistici e violenti, che devono essere aboliti». L’ex ministro del Turismo Michela Brambilla, nota per il suo impegno in difesa degli animali, ha ricordato: «Dopo Scheggia nel vento, ferita durante le prove della Quintana di Foligno e dopo la morte nel box di Roving Celt, si dovrebbe riflettere sulla necessità di vietare queste manifestazioni». Poi ci sono le accuse dei contradaioli: «Il mossiere ha lasciato il canapo quando i cavalli ancora non erano pronti»; «Il fantino ha lanciato Mamuthones troppo presto».
Tecnicismi difficili da comprendere per chi il Palio non lo vive come il momento più importante dell’anno. Ieri la piazza era gremita dai supporter di 21 rioni: contrade cittadine, piccoli comuni della provincia, 50 mila persone affollavano piazza Alfieri. Una città che ogni anno accetta anche gli screzi tra contrade, le dichiarazioni di «guerra», le rivalità accese. La notte scorsa qualcuno ha lasciato, come sberleffo verso la contrada antagonista più odiata, 500 chili di letame in una via della città. Tutto questo «fa parte di una tradizione in onore di San Secondo che si rinnova dal XII secolo». Palio sospeso, ma, come ha fatto intendere il sindaco Fabrizio Brignolo, tempo permettendo, già oggi la corsa potrebbe riprendere.

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