by Sergio Segio | 20 Settembre 2013 8:11
Bo Xilai ha scritto una lettera alla sua famiglia, pochi giorni prima della sentenza, attesa per domenica, a seguito del processo di cui è stato protagonista. Secondo persone vicine alla famiglia Bo la lettera sarebbe autentica ed è stata ripresa dal quotidiano di Hong Kong, South China Morning Post. Si tratta di un ennesimo colpo di teatro dell’ex capo del Partito di Chongqing caduto in disgrazia, ma ancora amato da molti cinesi. Nelle sue parole il ricordo di molte persone che hanno segnato la sua vita e una promessa: «un giorno il mio nome sarà riabilitato», ha scritto Bo Xilai. L’ex leader rosso ha ricordato la figura del padre, Bo Yibo morto a 98 anni, uno dei personaggi noti per essere tra gli Otto Immortali della Repubblica Popolare, così chiamati anche grazie alla loro straordinaria longevità politica. «Andrò in carcere, come mio mio padre, ha scritto Bo, che ha conosciuto la prigione, io seguirò i suoi passi».
Il riferimento è agli arresti subiti dal padre ad opera dai nazionalisti e la purga patita nel 1966 durante la Rivoluzione Culturale. Il padre di Bo sarà poi riabilitato negli anni 70, in tempo per preparare il terreno di ascesa al figlio, oggi agli arresti e con il rischio di una condanna a 15 anni (fonti cinesi, infatti, sembrano scongiurare l’ipotesi di una condanna capitale).
Nella lettera Bo ha ricordato anche la madre, che secondo le cronache cinesi si sarebbe suicidata durante quel periodo burrascoso che fu per la Cina la Rivoluzione Culturale: «mio padre e mia madre sono morti, ma i loro insegnamenti continuano a servirmi. Non infangherò il loro glorioso passato». L’ex leader politico cinese ha inoltre parlato dei suoi due figli: Li Wangzhi, 35 anni, nato durante il suo primo matrimonio, e il 25enne Bo Guagua, nato dal matrimonio con Gu Kailai e attualmente negli Usa a studiare: «Spero potranno ottenere risultati importanti nella loro vita ed essere buoni fratelli». Un riferimento è stato fatto infine nei confronti dei familiari che hanno partecipato al processo delle settimane scorse, «in queste ore angoscianti, mi sono reso conto che il sangue non è acqua e mi sono sentito più forte quando vi siete seduti dietro di me durante il processo», ha scritto Bo.
Con queste parole Bo Xilai dimostra ancora una volta di essere un leader capace di molti appoggi e in grado di fare sentire la propria voce. Rimane da capire quanto del suo seguito sia riuscito a sistemarsi all’interno dell’attuale amministrazione e come riuscirà a essere ancora determinante all’interno dei processi decisionali del Partito Comunista.
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