Anti-euro alle soglie del Parlamento Incubo per la Merkel e il Continente
BERLINO — Allarme blu, come i colori del partito anti-euro fondato in primavera dall’economista Bernd Lucke e diventato in pochi mesi la principale novità della politica tedesca. A tre giorni dal voto, Alternativa per la Germania (AfD) viene accreditato per la prima volta da un sondaggio Insa pubblicato dalla Bild di una percentuale di voti (il 5%) in grado di superare la soglia di sbarramento. Era da tempo che si parlava di un’area di consensi variabile, difficile da calcolare. Ora la possibilità concreta che una pattuglia di euroscettici arrivi in Parlamento sta movimentando le ultime battute della campagna elettorale.
Una eventuale affermazione dei nemici della moneta unica e sostenitori del ritorno del marco rappresenterebbe una svolta significativa negli equilibri della prossima legislatura. In primo luogo perché potrebbe rendere impossibile la riconferma dell’attuale maggioranza «nero-gialla» (cristiano-democratici, cristiano-sociali e liberali) che sostiene il governo Merkel. Guardando ai numeri, con Alternativa per la Germania in Parlamento — che vi entrino i liberali oppure no — sarebbe molto probabile un accordo per un governo di grande coalizione tra Cdu-Csu e socialdemocratici. In secondo luogo, la presenza nel Bundestag di Lucke e dei suoi uomini potrebbe tenere sotto pressione il futuro governo e condizionare almeno in parte i comportamenti di quei settori delle schieramento conservatore che in passato hanno espresso riserve sulle politiche di aiuto ai Paesi europei indebitati.
Alternativa per la Germania è favorevole ad una «rottura ordinata» della zona euro e non ritiene un tabù il ritorno al marco. Lucke, cinquantuno anni, docente di macro-economia all’università di Amburgo, sostiene la necessità di creare unioni di valute di dimensioni più piccole e ritiene che i Paesi dell’Europa meridionale non possano rimanere inchiodati alle politiche indispensabili per restare nella moneta unica. In un primo tempo i dirigenti della Cdu si sono chiesti se contrastare con forza i nuovi avversari o ignorarli. Con l’avvicinarsi delle elezioni il confronto si è fatto più serrato. L’ultimo ad intervenire è stato il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble, secondo cui sostenere che la Germania starebbe meglio senza l’euro è «profondamente sbagliato, del tutto non credibile e pericoloso per il nostro benessere». Non ci voleva forse il vecchio leone cristiano-democratico per ricordare anche che la Germania si avvantaggia più di tutti della moneta unica perché è un Paese leader nel campo delle esportazioni. Intanto i dirigenti di AfD — oltre a Lucke un altro economista, Joachim Starbatty, capolista a Berlino, e Beatrix von Storch, duchessa di Oldenburg e lontana parente di Filippo di Edinburgo — girano la Germania spiegando agli elettori di non essere un partito «monotematico». Nel campo della politica internazionale guardano con attenzione ad un nuovo rapporto con la Russia. In politica interna alcune delle loro parole d’ordine, come per l’appello per una immigrazione più legata alla qualificazione e meno garantita dal welfare, assomigliano a quelle dell’estrema destra. La possibilità che il nuovo partito attragga consensi in quel mondo, che non ha tradizionalmente rappresentanza politica a livello nazionale, è stata messa in rilievo più volte dagli esperti. A Berlino, pochi giorni fa, nel corso di una manifestazione di Alternativa per la Germania, sono stati bruciati vicino alla Porta di Brandeburgo fac-simile di banconote da 500 euro. Un gesto che è sembrato ignorare alcuni terribili precedenti storici.
Paolo Lepri
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